Articoli Diritto Civile - Pagina 2

Sentenze, ordinanze e decreti: Cosa sono nel diritto italiano?

Nel processo civile italiano, gli atti giurisdizionali del giudice possono assumere diverse forme, principalmente sentenze, ordinanze e decreti. Sebbene ciascuno di questi atti abbia valore legale, essi si distinguono per funzione, struttura e regime impugnatorio. L’ordinanza e il decreto, in particolare, sono provvedimenti di natura diversa, spesso utilizzati nella fase istruttoria o in contesti urgenti, e non sempre producono effetti definitivi nel giudizio. Non va tralasciata di considerare la sentenza che rappresenta l’atto tipico con cui il giudice definisce il giudizio, decidendo sul merito o su questioni pregiudiziali.  Le ordinanze, disciplinate in più punti dal Codice di Procedura Civile (es. artt. 177, 178, 186-bis e ss.), sono provvedimenti interlocutori o cautelari con cui il giudice regola il processo nelle sue fasi, impartisce ordini alle parti o decide su istanze incidentali. Non hanno normalmente efficacia decisoria sul merito, salvo eccezioni (es. ordinanza anticipatoria ex art. 186-ter c.p.c.). I decreti, invece, sono provvedimenti monocratici e non motivati, emessi in camera di consiglio senza contraddittorio, e trovano la loro principale disciplina negli artt. 134-135 c.p.c., oltre che in norme speciali (es. decreto ingiuntivo: artt. 633 ss. c.p.c.). Essi sono utilizzati in procedimenti sommari, volontari o urgenti. Comprendere la distinzione tra ordinanza e decreto è fondamentale per orientarsi nella dinamica processuale, specie in relazione agli strumenti di impugnazione, all’efficacia esecutiva dei provvedimenti e alla loro funzione all’interno del procedimento civile.  In questo articolo ci soffermeremo su due dei provvedimenti menzionati: l’ordinanza e il decreto.

Disciplina della Caccia in Italia: Cosa dice la Legge

A cura dell'Avv. Elena Capone | In questo articolo scopriamo insieme la legge sulla caccia in Italia. Dalla Legge 157/92 alle modifiche proposte dal DDL 1552/2025: limiti, responsabilità dei cacciatori, calendari venatori e il nuovo ruolo della tutela ambientale secondo l'art. 9 della Costituzione.

Cosa Succede se non si Risponde a un Atto Giudiziario

Talvolta la maggior parte delle persone ritiene che ignorare un atto giudiziario, soprattutto non procedendo con il suo ritiro, significhi mettersi al riparo dalle conseguenze che quell’invio comporta. Tale concezione è assolutamente sbagliata, posto che se non si ritira un atto o non si risponde, la notifica si perfezionerà in ogni caso e decorsi i relativi termini non si potrà più né costituirsi né formulare alcuna opposizione. Per atto giudiziario si intende un documento ufficiale relativo ad un processo – sia esso civile, penale o amministrativo – trasmesso da un Giudice, da una cancelleria o da un avvocato, con il quale si trasmette un determinato provvedimento, contenente decisioni, intimazioni o convocazioni alle parti coinvolte. Sono atti che vengono recapiti attraverso una raccomandata a/r (generalmente le buste sono di colore verde).

Aggressione da parte di un cane: cosa fare?

​​​​​​​Accade sovente che persone vengano aggredite da cani e in conseguenza dell’aggressione subiscano dei danni più o meno gravi. L’ordinamento giuridico italiano si premura di disciplinare tale casistica prevedendo una forma di responsabilità ad hoc, mediante l’introduzione di una normativa specifica, volta a disciplinare quale sia il soggetto in capo al quale venga posta la responsabilità del fatto dannoso dell’animale e in presenza di quali condizioni tale soggetto sia effettivamente chiamato a rispondere. Nel corso della trattazione si avrà cura di esaminare il complesso degli elementi che integrano gli elementi che portano a un riconoscimento di responsabilità a partire dai comportamenti dell’animale che possono essere considerati rilevanti, per poi proseguire agli obblighi posti a carico del proprietario sia in costanza dei fatti che in una fase successiva, al tipo di danni risarcibili, alle figure di assicurazione che possono essere concluse dal proprietario a sua tutela, agli obblighi addizionali che debbono essere ottemperati per cani ritenuti particolarmente pericolosi e ai modi per prevenire che essi possano porre in essere comportamenti dannosi o lesivi. Si cercherà, quindi, di fornire un quadro il più completo possibile in materia, per consentire a chiunque di comprendere come agire e quali conseguenze siano applicabili al proprietario.

Annullamento del Matrimonio Civile: Tutti i Casi Ammessi

Il matrimonio civile è un atto giuridico solenne e complesso che produce conseguenze legali di grande rilievo nella vita delle persone. Con la celebrazione, infatti, si stabiliscono diritti e doveri reciproci tra i coniugi, si incide sullo status personale, si determina il regime patrimoniale della famiglia e si fissano obblighi di assistenza e di collaborazione. Non tutti i matrimoni, però, rispettano pienamente i requisiti di validità richiesti dal nostro ordinamento. Il diritto civile prevede ipotesi specifiche di nullità e di annullabilità, istituti che consentono di eliminare gli effetti giuridici del vincolo matrimoniale. La dichiarazione giudiziale di nullità o l’accoglimento dell’azione di annullamento incidono in modo diretto sulla posizione patrimoniale dei coniugi, sul mantenimento dei figli e sul riconoscimento dello status personale. In questa guida verranno illustrate, con linguaggio chiaro e con taglio pratico, le differenze fondamentali tra nullità e annullabilità, le fattispecie concrete che possono dar luogo all’invalidità del matrimonio, le modalità con cui si svolge il processo davanti al tribunale competente e le conseguenze giuridiche che ne derivano. L’obiettivo è offrire uno strumento di comprensione utile tanto ai non addetti ai lavori quanto a professionisti, studenti o operatori del diritto che necessitano di una sintesi ragionata dei casi ammessi, delle condizioni richieste e delle principali ricadute pratiche.

Mediazione Familiare: cos'è e quando si applica

La mediazione familiare è uno strumento di risoluzione alternativa dei conflitti (ADR – Alternative Dispute Resolution) pensato per aiutare le coppie in crisi a gestire le controversie, in particolare nei casi di separazione o divorzio. Si tratta di un percorso volontario, condotto da un professionista qualificato, il mediatore familiare, il cui obiettivo è facilitare il dialogo tra le parti, favorendo accordi condivisi nell’interesse di entrambi e soprattutto dei figli. Nel contesto italiano, la mediazione familiare è sempre stata disciplinata in modo frammentario, si faceva riferimento a norme come l’art. 337-octies del Codice Civile, che consente al giudice di invitare le parti a esperire un percorso di mediazione, soprattutto nei procedimenti riguardanti l’affidamento e il mantenimento dei figli. La giurisprudenza, tra cui Cass. Civ., sez. I, sentenza n. 9700/2011, riconosce la funzione positiva della mediazione nella tutela dell’interesse superiore del minore. Solo con la riforma Cartabia (L. n.206/2021) l’istituto in questione è stato per così dire “valorizzato”, quale strumento di risoluzione delle controversie familiari, introducendo come vedremo alcune novità di rilievo sotto il titolo di “Mediazione familiare” Il procedimento si articola generalmente in più incontri, con modalità riservate e non vincolanti. La mediazione familiare non sostituisce il giudizio in tribunale, ma rappresenta un’opportunità concreta per ridurre i tempi e i costi delle controversie familiari, promuovendo soluzioni sostenibili e condivise.

Mantenimento figli con stipendio di 1500 euro: quanto spetta

Nel corso dello svolgimento di un legame matrimoniale o di convivenza, ma anche quando esso giunge al termine sorgono alcune problematiche da regolamentare. Tra queste la fondamentale è quella che attiene al mantenimento dei figli. In proposito, occorre esaminare diversi aspetti allo stesso correlati e consistenti nell’individuazione della disciplina di riferimento, nella ripartizione della responsabilità tra i genitori, nell’attuazione pratica e nell’individuazione delle situazioni di inadempimento all’obbligo che possono far insorgere la necessità di rivolgersi ad un legale per ottenere chiarimenti sulle azioni da intraprendere. Ci si domanda, inoltre, quali documenti occorra presentare per gestire al meglio la situazione e quali peculiari voci debbano essere ricomprese nel calcolo al fine di definire l’ammontare dell’assegno. Su questi aspetti ci si soffermerà nei paragrafi che seguono per prospettare un quadro il più completo possibile.

Usucapione: tempi e procedura

L'usucapione, disciplinata dall'art. 1158 c.c. e seguenti, è un modo di acquisto della proprietà di un bene o di altri diritti reali attraverso il possesso continuato nel tempo. Esso, nel dettaglio, rappresenta un modo di acquisto a titolo originario, il che significa che il diritto acquisito non deriva dal precedente proprietario, ma nasce ex novo in capo al possessore. La ratio di questo istituto è quella di far coincidere la situazione di fatto (il possesso) con la situazione di diritto (la proprietà), tutelando chi si prende cura del bene e lo rende produttivo, a discapito di un proprietario rimasto inerte. L'istituto dell’usucapione ha un'enorme importanza pratica, specialmente in ambito immobiliare, dove sanare situazioni di incertezza sulla titolarità è fondamentale per la circolazione dei beni.

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