Le nostre guide giuridiche

Sfratto per morositĂ : tempi e procedura

Lo sfratto per morosità rappresenta uno degli istituti più rilevanti e complessi del diritto delle locazioni, configurandosi come il principale strumento a disposizione del locatore per ottenere la risoluzione del contratto di locazione e il conseguente rilascio dell'immobile in caso di inadempimento del conduttore nell'obbligo di pagamento del canone. La sua importanza pratica è testimoniata dall'elevato numero di procedimenti che annualmente vengono instaurati presso i tribunali italiani, costituendo una delle principali cause di contenzioso in materia locatizia.

Azioni a Difesa della ProprietĂ 

L’ordinamento giuridico italiano effettua diverse distinzioni tra i diritti. Una classificazione di particolare rilevanza distingue tra diritti reali e diritti di credito. In questa sede ci si soffermerà ad analizzare il diritto reale per eccellenza, ossia il diritto di proprietà, e ad esaminare quali possano essere le azioni che la legge italiana prevede a tutela dell’istituto nell’ipotesi in cui esso sia violato o compromesso dal comportamento altrui. Come appena accennato il diritto di proprietà si inquadra nella categoria dei diritti reali, i quali si contrappongono ai diritti di credito e ricomprendono tutti i diritti soggettivi sulle cose, tali da attribuire al rispettivo titolare un potere immediato e assoluto sul bene che ne forma oggetto. Il diritto reale per eccellenza, quindi, è rappresentato dal diritto di proprietà, che, come si avrà modo di esporre nel prosieguo, attribuisce al titolare il diritto di godere in modo pieno ed esclusivo del bene, purché entro i limiti espressamente fissati dalla legge. Oltre al diritto di proprietà, il sistema giuridico italiano prevede ulteriori diritti reali, ripartiti in due categorie: i diritti reali di godimento e i diritti reali di garanzia. Fatta questa premessa, sembra opportuno partire dalla definizione e dall’inquadramento normativo del diritto di proprietà.

Come migliorare la visibilitĂ  online del tuo studio legale: 3 strategie fondamentali

In un mondo sempre più digitale, anche gli studi legali devono adattarsi a nuove dinamiche per intercettare clienti e rafforzare la propria reputazione. Se in passato bastava il passaparola, oggi è essenziale essere trovabili e riconoscibili online. Questo non significa semplicemente avere un sito web, ma saperlo valorizzare attraverso una strategia di comunicazione digitale strutturata. In questo articolo esploreremo tre strategie fondamentali per aumentare la visibilità online del tuo studio legale, sulla base dei suggerimenti offerti nel video: SEO, social media e pubblicità a pagamento.

Che cos’è il trust? Significato, funzionamento e applicazioni pratiche

Il trust è un istituto giuridico di origine anglosassone che delinea una relazione fiduciaria trilaterale. Il disponente (settlor) effettua il trasferimento di beni al trustee (fiduciario), il quale ne assume l'amministrazione nell'interesse del beneficiario (beneficiary) conformemente alle prescrizioni dell'atto istitutivo. La configurazione operativa comporta l’istituto della segregazione patrimoniale: i beni conferiti formano un patrimonio autonomo, distinto tanto dal patrimonio del trustee quanto da quello del beneficiario. Il trustee consegue la titolarità formale ma non sostanziale, dovendo amministrare secondo i parametri fiduciari prestabiliti. Gli impieghi pratici si estendono dalla pianificazione patrimoniale, a quella successoria sino alla protezione patrimoniale, dalla gestione di investimenti all'amministrazione di fondi previdenziali. Nell'ambito nazionale, il trust interno può perseguire soprattutto finalità di tutela del patrimonio familiare o di soggetti in condizioni di vulnerabilità. L'efficacia deriva dal riconoscimento giurisdizionale e dalla corretta strutturazione dell'atto costitutivo, che deve precisare chiaramente scopi, prerogative del trustee e modalità distributive per assicurare certezza giuridica e funzionalità dell'istituto.

Come scrivere una diffida legale efficace?

La diffida legale è uno strumento formale e strategico per far valere i propri diritti prima di adire le vie giudiziarie. Si tratta di un atto formale – nella maggior parte dei casi redatta da un avvocato - con cui si intima ad un soggetto di adempiere a un obbligo, cessare un comportamento illecito o rimediare a una violazione, entro un termine perentorio che generalmente viene indicato in 15 giorni (in caso di diversi accordi tra le parti può scendere, ad esempio, anche in 7 giorni o aumentare in 30 giorni). Scrivere una diffida efficace significa saper bilanciare tono, contenuto e forma, mantenendo la validità giuridica e aumentando la possibilità di risolvere la controversia senza contenzioso. 

Come proteggere lo studio legale dalle truffe digitali

Scopri come proteggere lo studio legale da SIM Swapping, phishing e ransomware. Strategie, GDPR e casi reali per avvocati.

Perché il Business Development è Cruciale per Avvocate e Avvocati Indipendenti

LexTech, il nuovo podcast di AvvocatoFlash a cura di Paolo Lanciani, apre la sua prima stagione affrontando un tema fondamentale per chi esercita la professione forense in modo autonomo: il Business Development. Disponibile su Spotify, il primo episodio offre strumenti concreti per costruire una carriera libera, sostenibile e soddisfacente.

Le Gare d’Appalto nel Diritto Civile

L’appalto è un contratto mediante il quale una parte, detta appaltatore, si obbliga a compiere un’opera o a fornire un servizio per conto di un’altra parte, detta committente, utilizzando mezzi propri e assumendo il rischio della gestione, dietro pagamento di un corrispettivo.

Ordinanze e decreti: differenze (civile)

Nel panorama del diritto processuale civile italiano, il giudice assolve la sua funzione giurisdizionale di decisione delle controversie attraverso degli atti giuridici processuali denominati provvedimenti. Questi possono assumere diverse forme: la sentenza, l'ordinanza e il decreto. Sebbene tutte siano espressione della volontà giurisdizionale, si distinguono per funzione, forma e efficacia. La sentenza è il provvedimento per eccellenza, attraverso cui il giudice decide in via definitiva la controversia, definendo il giudizio in tutto o in parte. Essa presenta al suo interno una motivazione approfondita e può essere soggetta a diversi mezzi di impugnazione. Le ordinanze e i decreti, invece, sono provvedimenti tipicamente a carattere ordinatorio o istruttorio, ovverosia volti a regolare lo svolgimento del processo o a disporre atti necessari alla sua prosecuzione, senza decidere nel merito della lite (ad es. decreto che nomina un custode). Tuttavia, la legge prevede circostanze in cui anche un'ordinanza o un decreto possono assumere un contenuto decisorio, anticipando o producendo effetti simili a quelli di una sentenza (ad es. l’ordinanza con cui il giudice ammette i mezzi di prova richiesti dalle parti). La distinzione tra ordinanza e decreto risiede principalmente nelle loro caratteristiche procedurali: mentre la prima presuppone generalmente il contraddittorio tra le parti, la pronuncia in udienza o comunicata alle parti se fuori udienza e deve essere succintamente motivata; il decreto, al contrario, è spesso emesso senza preventivo contraddittorio (o "inaudita altera parte"), in situazioni che richiedono una decisione rapida ed è normalmente privo di motivazione, salvo i casi previsti espressamente dalla legge.

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