Come difendersi da uno stalker?

La problematica attinente allo stalking è quanto mai attuale al giorno d'oggi. Non capita infatti di rado che alla fine di una relazione, o anche in altri frangenti, un partner non sia dia per vinto ed inizi a perseguitare la sua vittima. Vediamo qui che cosa è davvero lo stalking e quali strumenti ha la vittima per difendersi dalle violenze messe in atto dal suo persecutore.

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1. Lo stalking

Fenomeno sociale in grande ascesa, lo stalking si è meritato una legge e dei provvedimenti ad hoc.

Lo stalking è oggi, fortunatamente, reato.
Vediamo, per iniziare, come lo definisce il nostro codice penale.

“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici

L’art. in questione è il 612 bis, lo stalking è infatti inserito nelle cosiddette condotte “persecutorie”. Ciò che qualifica lo stalking come tale, è appunto la reiterazione di un comportamento che crea uno stato d’ansia tale da modificare lo stile di vita di una persona.
Chi è vittima di stalking si vedrà infatti costretta a modificare aspetti quotidiani della propria vita, come per esempio il tragitto che si compie tra casa e lavoro e viceversa, il numero di telefono, ed altri aspetti fondamentali.
Il cambiamento dello stile di vita è l’elemento fondamentale per definire un comportamento come stalking.

2. Come si riconosce uno stalker?

Il primo passo per difendersi dallo stalking è riconoscere di essere perseguitati. A volte è difficile ammetterlo, a volte si ha come la paura di ingigantire eventi o sensazioni. Vivere una situazione di persecuzione porta ad un tasso altissimo di allerta costante, di ansia continua, legata ad una persona che in qualche modo ci porta a sentirci a disagio e, talvolta, minacciati, con la paura di un pericolo imminente per la propria incolumità o per quella delle persone che amiamo.
Perciò come possiamo riconoscere una persona come stalker?

Gli stalker sono generalmente di due tipologie.
- Ex amanti, ex fidanzati o ex mariti che non accettano la fine di una relazione;

- Gli sconosciuti.

Queste due situazioni sono molto diverse, sia nell’approccio che nella risoluzione del problema stesso.
Della prima categoria fanno parte quasi la totalità di situazioni di persecuzione che portano, purtroppo, al femminicidio. Pensate a quante volte avete sentito al telegiornali di situazioni simili. Gli esempi sono purtroppo innumerevoli e partono da una base di stalking e persecuzione.

Inoltre, il reato di stalking è aggravato se derivante da situazioni di familiarità tra la vittima e il persecutore. La nostra legge prevede, infatti, che il reato di stalking possa essere commesso da chiunque, anche da sconosciuti, ma se commesso da persone che hanno un precedente con la vittima, sarà aggravato nel momento della pena.

Emblematico è il caso di cronaca di Gessica Notaro, giovane riminese aggredita dal suo ex fidanzato, che le ha versato dell’acido in pieno volto. Dopo anni di vessazioni, telefonate, appostamenti, la vicenda ha preso la macabra piega che tutti ricorderete. Il suo aggressore è stato condannato per stalking, aggressione, con le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà.

Gli sconosciuti, invece, rientrano in una categoria molto differente ed il loro comportamento è solitamente dipendente da qualche patologia clinica o, molto spesso, è frutto di veri e propri deliri.

Gli stalker, siano essi conosciuti o sconosciuti, agiscono nel medesimo modo. Dopo aver scelto la propria vittima, cercano di sviluppare con essa un rapporto amichevole, dimostrandosi gentili e disponibili. Questo periodo di “rodaggio” può durare diverso tempo, mesi anche, dopo i quali lo stalker chiederà a se stesso e alla vittima un vero e proprio salto di qualità nel rapporto, pretendendo atteggiamenti e comportamenti tipici di una coppia.
E’ a quel punto che si deve, con fermezza, dare un taglio alla conoscenza. Con gli stalker non è utile, purtroppo, ragionare o confrontarsi, in quanto anche un minimo segnale di vicinanza viene frainteso come evidenza di un rapporto in atto.

Se la situazione è già compromessa, vediamo nel capitolo successivo cosa fare per difendersi da uno stalker.

3. Come difendersi dallo Stalking

Innanzitutto, è necessario precisare che lo stalking è un reato a querela di parte. Ciò significa che sta alla vittima sporgere denuncia per ciò che sta subendo. E’ prevista la querela d’ufficio solo nei casi in cui questo reato sia commesso nei confronti dei minori d’età e dei diversamente abili.

Pur potendo sembrare una frase fatta, la prima cosa da fare è chiedere aiuto. Mettere al corrente qualcuno di nostra fiducia di ciò che ci sta succedendo.

A volte ci si sente paranoici, e ci può aiutare avere un parere esterno sulla vicenda.
Prima di rivolgersi alle forze dell’ordine, parlatene in famiglia, con uno specialista, o addirittura il medico di famiglia. Quando la situazione appare ormai irrimediabile, chiedete aiuto.
La tempestività può salvarvi la vita. E non solo.

Conservate sempre prove tangibili dei contatti con lo stalker, chiamate, messaggi. Tutto può essere utile alle forze dell’ordine per identificare ed incastrare il molestatore.

Fino a qualche anno fa, precisamente gli anni precedenti al 2009, non esisteva una fattispecie di reato di stalking. Esso veniva punito secondo altre fattispecie di reato, ad esempio la violenza privata. La previsione e la successiva attuazione di una legge ad hoc per questo fenomeno, ha dato fiducia e le denunce sono aumentate.

Ciò che resta da fare è attuarle. Molto spesso la nostra giustizia e i nostri interventi a favore delle vittime non sono sufficientemente tempestivi da evitare le cosiddette “tragedie annunciate”.

Si consiglia sempre di accostare alla denuncia una vera e propria terapia psicologica. Spesso le vittime di stalking reagiscono nelle stesse modalità dei disturbi post traumatici da stress.

Non abbiate paura di chiedere aiuto. Lasciatevi aiutare.

Jessica Buonocore

Fonti Normative

Codice Penale (art 612 e seguenti)

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