I Redditi dell’Avvocatura in Italia: Analisi e Tendenze

Scopri i dati aggiornati sui redditi dell’avvocatura italiana: differenze, cause e prospettive per il futuro della professione legale.

La situazione reddituale della classe forense odierna risulta affrontare un periodo particolarmente complesso. Non solo, infatti, deve fare quotidianamente i conti con l’incremento delle spese fisse, che possono raggiungere valori anche relativamente elevati e tali da rendere difficoltoso coprirle, ma anche con tutta una serie di variabili e una molteplicità di fattori che rischiano di erodere gli incassi in maniera non indifferente.

Si aggiunga che la situazione verificatasi negli ultimi anni ha messo in crisi il sistema economico in generale, non solo per la crisi economica che ha colpito tutti i settori compreso quello dell’avvocatura, ma anche per ulteriori fenomeni di carattere generale. Si pensi, a titolo di esempio, ai fenomeni sanitari, come la situazione pandemica da Covid, che hanno costretto anche il settore legale a restrizioni, così limitando la possibilità di lavorare e di percepire, conseguentemente, compensi.

Nel prosieguo della trattazione si cercherà di effettuare un’analisi complessiva della situazione economica del settore legale e di verificare quali sono i fattori che la influenzano in maniera più significativa e quali sono i relativi impatti. Il tutto prendendo le mosse da una constatazione della situazione reddituale concreta e del divario sussistente tra gli avvocati più anziani e i colleghi più giovani.

L’Andamento dei Redditi degli Avvocati negli Ultimi Anni

Una prima prospettiva di disamina assume quale parametro di riferimento l’evoluzione storica del fenomeno correlato all’andamento del reddito degli avvocati, prendendo in esame l’intera classe forense, composta sia degli avvocati in piena attività sia dei colleghi ormai pensionati.

Sul punto si vuole evidenziare come le indagini svolte sugli iscritti ha consentito di evidenziare quanto segue. In maniera più specifica, si può dire che la situazione reddituale complessiva degli avvocati ha subito, per la prima volta da diversi anni un incremento, seppur in maniera contingentata, rispetto al passato.

Deve, infatti, rammentarsi come in seguito ad una fase particolarmente fiorente, protrattasi fino ai primi anni 2000, diversi fenomeni hanno impattato in maniera negativa anche i redditi dei professionisti del settore legale. Si pensi, tra gli altri, alla crisi economica generale, che ha colpito a livello generale a decorrere dall’anno 2008, per poi giungere anche alla difficoltosissima fase della pandemia da Covid-19, scoppiata nell’anno 2020.

Solo in un momento relativamente recente è emerso un dato rilevante, ossia un inizio di ripresa economica per quanto attiene agli appartenenti al settore legale. In particolare, l’analisi compiuta da Cassa Forense si è basata sui dati riportati nelle dichiarazioni dei redditi relative all’anno 2022, tale per cui si è preso atto della circostanza che il reddito degli avvocati dichiarato ai fini Irpef ha visto un incremento rispetto all’anno precedente di poco più di cinque punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Ciò, nonostante sia stato registrato un tasso di inflazione molto elevato e tale da ridurre o, comunque, contenere il relativo potere di acquisto, limitando gli impatti concreti dell’incremento di reddito.

Tanto premesso e considerato, si procederà nel seguito a verificare qual è attualmente il reddito medio degli avvocati e quali sono, invece, le oscillazioni che sussistono tra gli avvocati professionalmente più giovani e quelli, invece, con maggiore anzianità di iscrizione all’albo nonché tra avvocati uomini e le colleghe donne, tentando di porre l’attenzione sui punti critici e di comprendere come si possa o debba intervenire per porvi rimedio.

Redditi Medi degli Avvocati in Italia

Come si avrà modo di evidenziare nel prosieguo tra le diverse regioni italiane si registrano anche spiccate variazioni in merito ai redditi medi complessivi dichiarati dai professionisti. Ebbene, sul punto non può che evidenziarsi come il reddito medio dichiarato dai professionisti del settore legale si aggira intorno ai 43.000 euro o poco più.

Un’analisi della panoramica delle differenze a base territoriale lascia trasparire come nelle regioni dell’Italia settentrionale i redditi dichiarati dagli avvocati eccede la media nazionale e si assestano intorno a un valore medio che supera i 62.000 euro.

Anche il reddito medio dichiarato dagli avvocati che esercitano la professione nella zona geografica del centro Italia eccede, anche se in misura minore, il reddito medio nazionale sopra indicato, assestandosi intorno ai 49.500,00 di media.

La media locale diminuisce e si colloca al di sotto della media nazionale, invece, nelle regioni del sud Italia e delle isole maggiori, dove il reddito medio è segnalato poco sopra i 27.000 euro.

La differenza è resa ancor più evidente se si raffrontano la regione in cui il reddito medio degli avvocati è più alto – la Lombardia – e quella in cui il reddito medio segnalato risulta, invece, essere il più basso, ossia la Calabria. Nella prima, infatti, il reddito medio dichiarato è individuato in una cifra che supera i 77.500 euro, mentre nella seconda è pari a poco più di 22.000 euro annui.

Ciò significa che tra la prima e la seconda regione la differenza supera addirittura i 55.000 euro ed è pari a circa tre volte rispetto a quelli percepiti in Calabria.

Come si vedrà nel prosieguo, la distribuzione tra nord, centro e sud, non indica che delle stime di massima, sussistendo per ogni area diversità di non poco conto, ma è pur sempre significativa di una tendenza di massima.

Si avrà modo di sottolineare ed approfondire meglio ne prosieguo della trattazione come il reddito medio dei professionisti del settore legale dipende da una molteplicità di fattori, tra i quali spicca il costo del mantenimento delle spese che l’avvocato deve pagare per l’avvio e il mantenimento dello studio legale.

Influiscono, infatti, sulla scelta della determinazione del tariffario applicabile (pur sempre nei limiti massimi imposti dal tariffario forense) anche l’importo delle spese fisse che devono essere sborsate, anche e soprattutto per l’acquisto o il pagamento del canone di locazione dell’immobile adibito a studio professionale, che risultano essere sensibilmente maggiori nelle regioni del nord.

Differenze di Reddito tra Avvocati e Avvocate

Per quanto attiene alla professione forense, relativamente al numero degli iscritti all’albo emerge come nel corso del 2024 il numero degli uomini abbia superato leggermente quello delle donne (il dato conta rispettivamente il 52,9% rispetto al 47,1%).

Il dato è interessante, dal momento che mette in luce, come rispetto ai decenni passati, in cui vi era una netta prevalenza di uomini rispetto alle donne, ad oggi si sia quasi giunta la parità dal punto numerico, pur restando ben distante – come già sottolineato – la parità dal punto di vista economico.

Sul punto preme sottolineare, altresì, come, invero, il numero delle donne iscritte sia percentualmente maggiore tra le giovani iscritte e propende ad una netta diminuzione con l’aumentare dell’età anagrafica. Il dato rispecchia, presumibilmente, una permanente difficoltà di conciliare le esigenze familiari con lo svolgimento di un’attività professionale, che richiede un impiego di energie, sforzi e tempi pressoché totalizzante.

Nonostante la quasi equiparazione a livello numerico tra uomini e donne e nonostante il reddito delle donne abbia registrato un incremento nel corso degli anni, la lettura comparata dei dati consente di mettere in rilievo come vi sia a tutt’oggi una notevole discrasia tra i redditi percepiti pro capite su base annua.

Dalle indagini effettuate dal Censis, ossia l’istituto di ricerca socio-economica italiano, è emerso, infatti, un dato preoccupante, ossia che tra i redditi degli avvocati uomini e quelli degli avvocati donne supera i trentamila euro a discapito delle donne. Ciò significa, quindi, che dal punto di vista degli introiti permane ancora una notevole differenza di genere.

Risulta chiaro, quindi, che vi è necessità di interventi, anche ad opera delle istituzioni forensi, che siano in grado di tentare di ridurre la notevole discrasia tra redditi che ancora sussiste allo stato attuale e che, a parità di prestazioni, preparazione, competenza e lavoro svolto non trova giustificazione alcuna, al di fuori della circostanza che spesso ancora oggi le donne devono dividersi tra famiglia e lavoro, faticando a combinare le due sfere.

Ne consegue che è necessario un intervento strutturale che faccia in modo da consentire alle donne avvocato di conciliare le sfere casa e lavoro.

Redditi e Fasce d’Età: Quanto Conta l’Esperienza

Un fattore che incide notevolmente in riferimento all’ammontare dei redditi percepiti dagli avvocati nel corso della carriera professionale attiene all’esperienza maturata nel corso del tempo.

Di tutta evidenza appare il fatto che un avvocato alle prime armi e con meno esperienza lavorativa alle spalle dovrà ancora affermarsi, farsi un nome – com’è d’uso dire –, con la conseguenza che, almeno agli inizi, considerate anche le spese che dovrà sostenere per l’avvio dell’attività, di norma i suoi redditi non raggiungeranno livelli elevatissimi.

L’analisi delle statistiche relative agli anni più recenti, per quanto attiene agli avvocati non pensionati, ha messo in evidenza proprio questo elemento. Il dato rilevato ha evidenziato come gli avvocati professionalmente giovani sono quelli che guadagnano meno e, comunque, in maniera nettamente inferiore rispetto ai colleghi con maggiore anzianità.

Invero, è emerso che gli incrementi di reddito maggiori vengono registrati di norma a decorrere dal quinto al nono anno di esercizio dell’attività. Ciò nonostante, la tendenza registra che il reddito medio del settore dell’avvocatura viene raggiunto dai professionisti che abbiano esercitato per almeno quindici anni.

A partire da quel momento i redditi percepiti pro-capite dagli avvocati continuano a registrare in media ulteriori aumenti, ma percentualmente di minore entità per poi raggiungere una misura di incremento minimo alle soglie della pensione.

Si può, quindi, affermare che in condizioni normali un avvocato con esperienza dichiara ai fini reddituali decisamente una somma maggiore rispetto ai colleghi più giovani.

D’altronde, non solo la maturata professionalità fa in modo che il legale possa essere in grado di fornire una prestazione di un livello ragguardevole e conseguentemente richiedere il pagamento di somme più elevate, ma fa sì anche che i potenziali clienti approccino al professionista con maggior fiducia.

Ovviamente, quello appena effettuato è un discorso di massima, che non si riferisce a singoli casi specifici, bensì ad una valutazione della classe forense nel complesso. Ben potrebbero esserci, infatti, casi particolari in cui il giovane avvocato riesca ad affermarsi e a fare carriera in tempi brevissimi, magari specializzandosi in settori di nicchia, e a veder incrementare i propri redditi in maniera rapida. Si tratta, tuttavia, di eccezioni.

Redditi nelle Diverse Aree Geografiche d’Italia

Un ulteriore elemento di divergenza nella valutazione dei redditi attiene alla collocazione geografica dei professionisti.

In particolare, i dati statistici rilevano una spiccata differenza tra i redditi medi dichiarati dagli avvocati che esercitano la professione nelle città dell’Italia settentrionale e quelli che svolgono l’attività nelle regioni nel centro e del sud Italia. Invero, infatti, sembra che i primi introitino delle somme di gran lunga superiori rispetto ai colleghi delle altre aree del Paese.

Si è stimato, infatti, che nella zona settentrionale del Paese il reddito medio nazionale degli avvocati rilevato supera in una misura che rasenta il 40% circa.

Il superamento del reddito medio registrato per la classe forense diminuisce consistentemente se si passa ad analizzare quanto dichiarato dagli appartenenti alla classe forense che esercitano la professione nelle regioni del centro Italia, dove si è registrato che i redditi degli avvocati superano di circa l’11% la media dichiarata a livello nazionale.

In netta controtendenza, invece, il dato per quanto concerne il reddito dichiarato dagli avvocati che esercitano nelle regioni del sud e i quali affermano di incassare importi di circa il 39% in meno rispetto alla media nazionale.

Preme precisare che i dati, anche per quanto concerne la distribuzione tra nord, centro e sud, non indicano che delle stime di massima, sussistendo per ogni area diversità di non poco conto.

Dai dati statistici è emerso un ulteriore aspetto. Tra le regioni Italiane nel complesso spicca quale quella nella quale gli avvocati percepiscono i redditi più alti la Lombardia. Quella nella quale, invece, gli avvocati dichiarano di percepire meno è la Calabria.

Ciò nonostante, quest’ultima, seguita dalle altre regioni del sud e isole, è la regione dove negli ultimi anni è stato registrato un maggior aumento dei redditi.

Volendo interrogarsi circa le cause che si pongono alla base dei divari appena rappresentati non può sottacersi come molto differente risulti essere il costo della vita nelle diverse aree geografiche del Paese.

Si pensi, a titolo meramente esemplificativo, ai costi degli affitti dei locali adibiti a studio professionale, i quali risultano essere sensibilmente maggiori nelle regioni del nord, al pari di quanto accade dei prezzi che occorre pagare per gli eventuali acuisti di immobili.

Da quanto evidenziato non può che conseguire che al fine di poter sopportare le spese gli avvocati di tali zone non possono che applicare tariffe più elevate rispetto a quelli delle zone in cui le spese fisse sono superiori.

Fattori che Influenzano il Reddito dell’Avvocato

I fattori che possono influenzare il reddito dell’avvocato, inteso quale ammontare complessivo degli introiti calcolati su base annua, sono molteplici.

Tra essi spiccano, in particolar modo le eventuali specializzazioni conseguite dal professionista, la tipologia di clientela nonché la struttura dello studio ossia il tipo di organizzazione che si è scelto di adottare.

Deve rammentarsi, innanzitutto, che il reddito dell’avvocato è gravato da una serie nutrita da spese fisse, tra le quali si ricordano:

  • quota di iscrizione all’albo;
  • importi da corrispondere alla Cassa Forense;
  • quota dovuta per la stipula del contratto di assicurazione obbligatoria;
  • imposte sui redditi delle persone fisiche (IRPEF);
  • eventuali canoni di locazione o IMU dell’immobile adibito a studio legale, in cui viene prestata l’attività professionale;
  • acquisto degli strumenti necessari per lo svolgimento dell’attività (personal computer, software, mobilio, stampanti, fotocopiatrici, materiale di cancelleria, riviste di aggiornamento professionale, codici e banche dati, solo per fare alcuni esempi);
  • costi legati alle utenze varie (luce, corrente, gas, telefonia);
  • esborsi correlati all’eventuale pagamento di stipendi di personale impiegatizio o corrispettivi corrisposti ai colleghi collaboratori di studio e/o ad eventuali praticanti.

Per poter coprire tutte le spese e incrementare i redditi sembra, quindi, indispensabile che l’avvocato adotti alcuni accorgimenti e tenga in conto alcuni aspetti fondamentali al fine di rendersi maggiormente competitivo sul mercato.

Sembra, in primo luogo, opportuno che l’avvocato opti per specializzarsi in una delle varie branche del diritto, in modo da poter fornire alla clientela una prestazione che sia il più precisa, puntuale e competente possibile. Conoscere la materia in maniera approfondita consente, infatti, all’avvocato di fornire supporto in merito a qualsiasi possibile problematica possa sorgere nel settore trattato, divenendo per la clientela di divenire un punto di riferimento affidabile.

Ancora, un elemento che può influenzare il reddito consiste nella tipologia di clientela che si rivolge all’avvocato. Ciò incide più che altro in considerazione della solvibilità e puntualità nei pagamenti.

Ultimo elemento da considerare si identifica in una scelta adeguata della struttura dello studio. Il professionista può scegliere di svolgere la propria professione in uno studio individuale. Tale forma organizzativa consente all’avvocato di svolgere l’attività nella più totale autonomia.

L’alternativa è costituita dalla possibilità di fondare uno studio legale associato, fornendo la propria prestazione in un contesto in cui vi sono anche altri colleghi.

Infine, sta prendendo sempre più piede la figura organizzativa dello studio a monocommittenza, studi professionali che hanno un’unica mandante.

Prospettive Future per i Redditi dell’Avvocatura

Questione di rilievo riguarda le prospettive future per i redditi degli avvocati, in considerazione della rilevata evoluzione del mercato legale.

Non possono non prendersi in debito conto alcune peculiari situazioni che si sono andate evolvendo in tempi recenti.

Primo esempio di quanto appena evocato consiste nel fenomeno della monocommittenza, ossia quello secondo il quale molti avvocati oggi prestano la loro attività professionale in via esclusiva o quasi esclusiva per altri colleghi, senza avviare uno studio in proprio o cercando di crearsi una propria platea di clientela.

Questa condizione presenta indubbiamente dei pro e dei contro. Da un lato, infatti, tale fenomeno, che è andato consolidandosi nel tempo, ha fornito la risposta ad un approccio professionale che è volto a rispondere alle richieste e agli sviluppi del mercato del settore legale attuale.

Di contro, invece, il rischio concreto è quello di porre in una posizione particolarmente complessa e non sempre vantaggiosa per l’avvocato che opera quale collaboratore professionale per uno o più colleghi. All’atto pratico, può constatarsi, d’altronde, come difetti a tutt’oggi una puntuale disciplina di tale tipologia di collaborazione professionale, sicché la regolamentazione dei diritti e degli obblighi del collaboratore è rimessa ad una contrattazione singolarmente predisposta.

Di norma tale casistica si sostanzia in una prestazione che, in qualche modo, evoca quella del rapporto di lavoro subordinato e ciò in netto contrasto con i divieti imposti dalla legge.

Per meglio comprendere il fenomeno in via di sempre crescente sviluppo e diffusione, elementi caratteristici risultano esserne i seguenti:

  • l’avvocato collaboratore presta la propria opera professionale in via esclusiva o quasi per un collega titolare di studio, il quale, talvolta ha come cliente principale una grossa società;
  • il titolare dello studio, a fronte della pressoché totale disponibilità del collaboratore, corrisponde a questi una sorte di retribuzione determinata in maniera fissa e prestabilita su base mensile (quasi come fosse lo stipendio di un dipendente);
  • spesso, come per i dipendenti, il titolare di studio garantisce al collaboratore una serie di benefit – oggetto, comunque, di negoziazione –, quali possono essere la previsione di un determinato numero di giorni/settimane di “ferie” comunque retribuite.

FAQ sui Redditi dell’Avvocatura

Qual è il reddito medio di un avvocato in Italia?

Allo stato attuale il reddito medio registrato si aggira a poco più di 43.800 euro di media, con la precisazione che, purtroppo, ancora ad oggi vi è una forte discrasia tra gli introiti percepiti dagli avvocati uomini e le colleghe donne, tanto da raggiungere una differenza pari anche a circa 30.000 euro. Quanto detto, e salve le ovvie eccezioni, lascia immediatamente percepire come servano anche nel settore legale degli importanti interventi strutturali tali da fortemente ridurre la disparità di genere.

Perché esistono forti differenze regionali nei redditi?

Le notevoli discrasie sussistenti tra regione e regione nell’ammontare dei redditi percepiti e dichiarati dagli avvocati dipendono, sostanzialmente e soprattutto, dalle spese, in particolare per gli affitti e/o gli acquisti dei locali nei quali avviare lo studio professionale, che il professionista deve sopportare. Come sembra agevolmente intuibile se si rende necessario coprire costi di base maggiori non resta altra alternativa al professionista che applicare tariffe maggiori rispetto a quelle applicate dai colleghi delle fasce territoriali dai costi di base inferiori.

Come incide la specializzazione sui guadagni degli avvocati?

Ottenere una specializzazione in una delle branche del diritto previste dall’ordinamento può indubbiamente avere un impatto anche sui guadagni degli avvocati. Infatti, impiegare tempo ed energie per ottenere una specializzazione in una materia fa sì che l’avvocato specializzato sia maggiormente competitivo nel settore di competenza, con la conseguenza che potrà fornire una prestazione di massimo livello in materia. Ne consegue che all’occorrenza il legale potrà chiedere un compenso adeguato alla prestazione effettivamente fornita e veder, quindi, aumentare i propri guadagni.

Gli avvocati giovani guadagnano meno rispetto ai senior?

Appare indubbio che allo stato attuale i dati rilevati registrino come gli avvocati professionalmente più giovani guadagnino effettivamente meno rispetto ai colleghi con una maggiore anzianità. Tale fatto consegue a una serie di circostanze, quali, a mero titolo di esempio, il fatto che il giovane professionista deve sopportare una serie di costi per avviare l’attività, che è meno conosciuto sul mercato e, quindi, almeno inizialmente meno competitivo e meno appetibile sul mercato. Il tutto, ovviamente, fatte salve le dovute eccezioni.

Ci sono prospettive di miglioramento nei redditi forensi?

Sembra potersi prospettare una possibilità di incremento dei redditi forensi ove vengano meno o, quantomeno, si riescano ad arginare il più possibile tutti quei fattori che ad oggi ne fanno da limite. Non potendo intervenire sulle spese imposte per l’espletamento delle attività forensi e stabilite per legge, quello che può fare il professionista è cercare di rendersi il più competitivo possibile, fornendo una prestazione altamente specializzata, ma al contempo il più variegata possibile, per fare in modo di attirare clientela.

Rapporto Censis sull’Avvocatura 2024

Avvocato Chiara Biscella

Chiara Biscella

Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...