Licenziamento causa abuso permessi legge 104: cosa fare?

La legge 104 prevede, per chi ne ha il diritto, la possibilità di usufruire di tre giorni al mese per assistere un parente disabile. Ma a cosa va incontro il beneficiario che utilizzi il tempo stabilito per svolgere altre attività e che dunque abusi della legge 104? Scopriamolo insieme.

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1. Chi può beneficiare dei diritti della legge 104

In via preliminare occorre comprendere chi, concretamente, può usufruire dei benefici concessi dalla legge 104.

La suddetta legge, infatti, essendo il riferimento legislativo “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, consente a chi ne ha diritto di ottenere  alcuni benefici, come tre giorni di astensione dal lavoro retribuiti al mese che sono necessari per l’assistenza del parente disabile.

Il naturale presupposto per poter usufruire dei benefici previsti dal provvedimento legislativo, è la presenza di un handicap gravw: si parla perciò di minorazione fisiche, psichiche o sensoriali, in situazioni stabilizzate oppure progressive, che siano causa di difficoltà di apprendimento e di integrazione.

Le figure che possono usufruire dei permessi menzionati possono essere sia i disabili, con un regolare contratto individuale di lavoro dipendente, sia il coniuge, il lavoratore, o i parenti e gli affini fino al secondo grado.

2. Gli abusi della legge 104

Il soggetto che abusa dei permessi previsti dalla legge 104, può incorrere nel licenziamento per giusta causa dal datore di lavoro anche se non si configura un reato (come ad esempio la truffa). Tutto ciò è stato confermato anche dalla giurisprudenza in numerose sentenze.
Pertanto, per il licenziamento per giusta causa, ossia senza preavviso, non è necessario la reiterazione dell’abuso.

È evidente che la condotta tenuta dal lavoratore che, beneficiando della legge 104, svolge un'attività diversa dall’assistenza al familiare disabile, implica un disvalore sociale.

In tal caso, il lavoratore scarica il costo delle sue esigenze personali sulla azienda e sulla intera collettività: i permessi, d'altra parte, sono retribuiti in via anticipata dal datore di lavoro, il quale poi viene "rimborsato" dall’INPS del relativo onere anche ai fini contributivi e costringe inoltre il datore stesso ad organizzare, ad ogni permesso concesso, una diversa turnazione del lavoro all'interno dell'impresa.

Per questo motivo, sussiste la giusta causa di licenziamento. Pertanto, è legittimo il licenziamento disciplinare irrogato al dipendente che abbia partecipato ad un evento o a una festa tenutasi proprio in uno dei giorni in relazione al quale aveva ottenuto di fruire di un permesso per l’assistenza ad un parente disabile.

3. Legge 104: l’abuso si concretizza nel reato di truffa

Il comportamento di una persona che abusa dei permessi previsti dalla legge 104 è suscettibile di rilevanza penale e si tratta di un reato procedibile d’ufficio, anche senza la denuncia da parte del datore di lavoro. Per cui chunque può sporgere querela, anche l'INPS e il collega che abbia visto materialmente l'abuso.

L'abuso dei permessi della legge 104 è fonte di responsabilità penale perchè integra, nei confronti dell'INPS che eroga il trattamento economico, un'indebita percezione dell'indennità ed uno sviamento dell'intervento assistenziale.

Fonti normative

Legge 104/1992

Cass. sent. n. 8209/2018

Cass. sent. n. 29613/17

Cass. sent. n. 17968/2016

Art. 24 della legge n. 183 del 2010

Cass. sent. n. 54712/16 del 23.12.16

Cass. sent. n. 8784/2015

Cass. sent. n. 4984/2014

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