Come fare denuncia per clonazione carta di credito?

Con il trascorrere degli anni, in tempi recenti, si è nelle transazioni economiche e commerciali assistito alla graduale sostituzione del mezzo di pagamento in contante con quello mediante carte di credito o strumenti analoghi, specie per le ipotesi in cui gli importi siano consistenti (ipotesi nelle quali, peraltro, è lo stesso legislatore a vietare che il pagamento possa avvenire a mezzo denaro contante).

La tua carta di credito è stata clonata e vuoi presentare un reclamo? I nostri avvocati specializzati in diritto penale sono qui per aiutarti.

Dal momento che, tuttavia, il ricorso a strumenti quali carte di credito o altri analoghi si espone al rischio di utilizzazione fraudolenta da parte di soggetti non autorizzati e, altresì, a clonazione si è ritenuto opportuno sin dagli anni ’90 (si veda, in proposito l’art. 12 della Legge 197/91, come anche riformulato dall’art. 55 D. Lgs. n. 231/2007) a prevedere fattispecie volte a sanzionare le condotte di utilizzo fraudolento di tali mezzi di pagamento.

Con un meccanismo di successione di leggi penali nel tempo, a seguito dell’intervenuta abrogazione delle disposizioni sopra citate, è stato introdotto nel codice penale italiano l’art. 493-ter, rubricato “Indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito di pagamento”, la quale si propone la finalità di tutelare il mercato finanziario.

Quando si può fare denuncia per clonazione carta di credito?

L’articolo 493-ter c.p. disciplina, tra l’altro, la fattispecie di clonazione di carta di credito. Esso, dopo aver previsto che deve essere assoggettato alla sanzione della reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 310 euro a 1550 euro il soggetto che, con lo scopo precipuo di trarre profitto per sé o per altri, indebitamente utilizzi, pur non essendone il titolare, “carte di credito o di pagamento” ovvero altri analoghi documenti che abilitino parimenti al prelievo di denaro contante o all’acquisto o alla prestazione di servizi, assoggetta alla medesima pena anche colui che, per raggiungere le medesime finalità di profitto, “falsifica o altera carte di credito o di pagamento o qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all’acquisto di beni o alla prestazione di servizi”.

In proposito, devesi precisare che anche il semplice possesso di una carta di credito clonata è idonea a integrare il reato, essendo palese lo scopo di lucro perseguito dal soggetto agente. Orbene, è all’uopo opportuno evidenziare che per clonazione della carta di credito si intende una pratica che consiste in concreto nel furto dei dati riferibili alla carta stessa, in modo da consentire a soggetti diversi dal proprietario di utilizzarli per spese o acquisti all’insaputa di quest’ultimo.

I più recenti arresti in materia sono indirizzati, d’altronde, nel senso di ritenere che anche l’uso di una carta di credito da parte di un terzo che sia stato autorizzato dal titolare potrebbe integrare il reato di cui si discute e tanto sull’assunto secondo cui la legittimazione all’utilizzo è contrattualmente conferita dall’istituto emittente solo all’intestatario e che nessun rilievo assuma il consenso del titolare all’utilizzo da parte di soggetto diverso.

E’ per tale motivo che sembra sempre consigliabile utilizzare la carta di credito solo dopo essersi accertati che non vi siano persone sospette nei dintorni durante il pagamento e di conservare la carta in luoghi sicuri e distanti da strumenti che, comunque, impediscano la lettura dei dati e la trasmissione degli stessi a soggetti non autorizzati.

Orbene, al fine di verificare e prendere piena contezza del fatto che la propria carta di credito sia stata clonata si consiglia, innanzitutto, di tenere costantemente monitorato l’estratto conto relativo alla carta stessa e che riporta puntualmente tutti i pagamenti effettuati al fine di verificare se ve ne siano alcuni che non siano stati personalmente autorizzati.

Ove effettivamente ciò venisse accertato è consigliabile non attendere oltre e intervenire immediatamente sporgendo denuncia alle autorità competenti (organi di polizia, carabinieri, uffici della procura adibiti a riceverla) e con la denuncia debitamente compilata e sottoscritta sia dal redattore sia dal dichiarante recarsi presso il proprio istituto di credito a chiedere che essa venga bloccata. Così facendo, pertanto, si eviterà il rischio che il comportamento fraudolento altrui continui ad essere perpetrato.

Cosa rischia che viene denunciato per clonazione carta di credito?

Premesso quanto di cui al paragrafo precedente, chiunque sia stato denunciato per clonazione della carta di credito, a fronte di un giudizio penale eventualmente instaurato nei suoi confronti ed all’accertata sua responsabilità penale per la commissione del fatto, rischia, innanzitutto, di vedersi condannare alla pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da 310 euro a 1550 euro.

In aggiunta a ciò, si prevede che per la commissione dei fatti di reato di cui all’articolo 493-ter c.p. si dispone normalmente la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato (e, quindi, alla clonazione, nell’accezione di cui si è già detto) nonché del profitto o del prodotto, salvo che appartengano a persona diversa e estranea al reato.

In tale evenienza, gli strumenti confiscati nel corso delle operazioni di indagine svolte durante le operazioni di polizia giudiziaria, saranno affidati dall’autorità giudiziaria procedente agli organi di polizia che ne abbiano eventualmente fatto richiesta.

Ecco come fare una denuncia per clonazione carta di credito

Come di consueto il soggetto che abbia preso atto del fatto di essere stato oggetto di comportamento fraudolento integrante clonazione di carta di credito ai sensi e per gli effetti dell’articolo 493-ter del codice penale potranno denunciare il fatto secondo una della modalità consentite dalla legge e, pertanto, recandosi personalmente presso gli uffici della polizia giudiziaria ovvero dei carabinieri, i quali avranno cura di ricevere la relativa dichiarazione e redigerne verbale ovvero presentandosi presso gli uffici della procura e depositando denuncia scritta.

Dato atto di ciò, occorre precisare che è preferibile supportare la propria dichiarazione da contestazioni ben precise e tali da indicare con precisione le date in cui si erano rilevati pagamenti non autorizzati e gli importi ad essi corrispondenti, allegando e/o producendo i relativi estratti conto, in modo da consentire agli inquirenti un più agevole quadro di indagine e consentigli, mediante le strumentazioni a loro disposizione di scoprire e identificare l’autore del comportamento illecito descritto dalla norma,

La richiesta di rimborso delle somme

Seguendo apposito iter sarà possibile richiedere all’istituto bancario di riferimento la restituzione delle somme che siano state illecitamente sottratte e che si vorrebbero recuperare. Presentando la copia della denuncia presentata alle forze di polizia o alla Procura della Repubblica, occorrerà effettuale una formale contestazione di addebito all’istituto di credito, allegando, oltre alla contestazione redatta in forma scritta e sottoscritta, entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla data di emissione dell’estratto conto, anche la fotocopia della carta di credito che si sia accertato essere stata clonata.

Quest’ultima, come da prassi, onde evitare che resti in circolazione, dovrà essere tagliata in due prima di essere smaltita secondo normativa vigente. Una volta eseguiti gli adempimenti testé visti, la banca provvederà, generalmente entro il termine di 15 giorni dalla data della richiesta di rimborso a rimborsare effettivamente le somme contestate.

Conclusione

Da quanto si è brevemente tentato di esporre nei paragrafi precedenti è possibile concludere che, qualora si accerti di essere stati vittime di una condotta di clonazione di carta di credito, la tempestività di intervento nella denuncia è fondamentale, onde arginare e limitare i danni. Pertanto, si consiglia di rivolgersi nel più breve tempo possibile alle autorità competenti al fine di procedere con la massima solerzia e ottenere a stretto giro il rimborso delle somme indebitamente sottratte dal soggetto che ha clonato la carta di credito.

Avvocato Chiara Biscella

Chiara Biscella

Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...