Versamenti ingiustificati: controllo del conto corrente

Per finalità di antievasione è necessario giustificare tutti, o quasi, i versamenti che si eseguono in conto corrente se non si vuole andare incontro a controlli da parte delle Autorità Fiscali.

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1. I versamenti ingiustificati

Quali sono i versamenti che possono dare origine a controlli? Un primo caso da prendere in considerazione è quello dei versamenti per donazione e regali. Se non si vuole finire sotto la lente del Fisco, è necessario che in occasione di donazioni, anche da parte di genitori ai figli, e regali per compleanni, ricorrenze e matrimoni, si attesti per scrittura privata che tale somma è stata donata.

Nei casi in cui il contribuente versa delle somme di denaro contante sul proprio conto corrente (bancario o postale) o riceve un bonifico da parte di terzi è obbligato a dimostrare a che titolo ha ricevuto tale denaro. In caso contrario tali somme si presumono essere redditi e, pertanto, devono essere tassati.

Un altro caso da cui possono discendere accertamenti del Fisco è quando il titolare di un conto versa una somma maggiore del proprio stipendio mensile regolarmente percepito, sempre che il versamento non sia documentalmente giustificato. È bene che quando si compiono sul proprio conto corrente versamenti con cospicue somme bisogna sempre conservare la documentazione che giustifichi la provenienza.

Infatti, il Fisco può eseguire controlli fino a 7 anni precedenti al versamento sospetto. In linea generale, il contribuente è chiamato a dimostrare la provenienza del denaro che versa sul proprio conto tutte le volte che il recepimento di queste somme non è menzionato e inserito nella dichiarazione dei redditi. Si presume che siano state evase dalle tasse e spetta a lui dimostrare il contrario producendo, in caso o meno di controlli, il titolo ovvero la causa giustificante.

2. Le soglie di allerta

Le soglie che insospettiscono il fisco e quindi danno luogo a controlli sono:

  • versamenti superiori a Euro 3.000,00. Sia effettuati tramite denaro contante, sia libretti di deposito bancario o postale al portatore e titoli al portatore in euro o in valuta estera. Non è consentito neanche frazionare il pagamento in più versamenti, da Euro 1.000,00 ciascuno. Per versamenti superiori a tali soglie bisogna utilizzare degli strumenti che siano tracciabili;
  • per i money transfer e assegni il limite è di Euro 10.000,00.

Ai fini di contrasto al terrorismo e antiriciclaggio, è stato introdotto un criterio di rilevazione delle operazioni sospette basato sul superamento di una soglia di importo pari o superiore a Euro10.000,00, calcolato su base mensile e prendendo in considerazione anche potenziali operazioni “cumulate” nel medesimo periodo, singolarmente pari o superiori a 1.000 euro ed effettuate da parte dello stesso cliente o esecutore.

3. Quali rapporti possono essere oggetto di indagine e con quali soggetti?

Sottoponibili a indagini da parte del Fisco possono essere i rapporti trattenuti dai clienti con banche, Poste Italiane S.p.A., altri istituti di credito o intermediari finanziari. Per quanto riguarda i rapporti, per la verità i controlli non si limitano solamente al conto corrente, ma a qualunque rapporto intrattenuto tra il cliente e l’istituto di credito: libretti di deposito, libretti postali, conto di gestione titoli, cassette di sicurezza, carte di credito e prepagate, prodotti finanziari e assicurativi (come le polizze integrative della pensione), cambio di assegni, bonifici e versamenti.

4. Controlli su conto corrente estero

Aprire un conto corrente estero e trasferirvi risorse finanziarie necessita una serie di adempimenti e controlli più accurati:

  • il denaro ivi trasferito deve avere provenienze lecite, ovviamente, e deve essere stato riportato nella dichiarazione dei redditi;
  • le somme devono essere versate tramite canale bancario (senza alcun limite), o in contanti entro il limite concesso per l’esportazione di valuta. Si può quindi scegliere se trasferire il denaro tramite Iban, oppure se prelevarli dal proprio conto corrente italiano per poi portarli fisicamente alla nuova banca. In questo caso, però, è consentito portare liberamente solamente le somme inferiori a Euro 10.000,00. Per gli importi più alti è necessaria l’autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane;
  • Il conto corrente estero aperto da un soggetto residente fiscalmente in Italia obbliga alla dichiarazione nell’apposito quadro RW (https://infoprecompilata.agenziaentrate.gov.it/portale/quadro-rw) .

Fonti normative

Decreto Fiscale 93/2016

Legge di Bilancio 2019

Art. 1 comma 898 L. 208/2015

Art.1 comma 904 L. 208/2015

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