Il lavoratore ha diritto di recuperare i giorni di ferie arretrati?

Per quanto possa sembrare strano, può succedere che un lavoratore non goda dei giorni di ferie né tanto meno dei permessi. In questo caso, come si deve comportare il lavoratore? Entro quando si possono prendere ferie, e se non le si prendono, possono essere in cambio monetizzate?

1. Cosa sono le ferie?

Le ferie e i permessi sono vere e proprie pause dal periodo lavorativo, previste dalla legge nel Codice Civile dall'articolo 2109 e soprattutto dalla Costituzione all'art 36, regolato dal Dlgs n.66\2003 e Dlgs 213\2004. Ferie e permessi sono considerati come diritti irrinunciabili ed ogni lavoratore ha diritto ad un periodo di sospensione lavorativa non inferiore a 4 settimane (può eventualmente essere maggiore a seconda della previsione del contratto collettivo nazionale di riferimento)

2. Nel caso di ferie non godute, come ci si deve comportare?

Le fonti appena sopra riportate esplicitano molto chiaramente una cosa: le ferie non possono e non devono mai essere monetizzate da parte del datore di lavoro. Mi spiego meglio: non è possibile che un lavoratore rinunci alla sospensione lavorativa in cambio di una più alta retribuzione. Il perché di questa scelta è chiaro, si vuole tutelare l'individuo anche dal punto di vista della sua sfera personale, vale a dire che in questo modo gli viene garantito il diritto alla salute e il diritto di sviluppare la propria personalità nel tempo libero (diritti per altro chiaramente sanciti dalla Costituzione), e viene tutelato altresì da eventuali soprusi da parte del datore di lavoro. Infatti, sono previste pesanti sanzioni per i datori di lavoro che non fanno rispettare questo divieto: le sanzioni possono andare da 100 fino a 4500 Euro per ogni lavoratore per cui non sia rispettato il diritto alle ferie e ai giorni di riposo.

Bisogna però sottolineare che esiste una deroga al su citato divieto: questa deroga opera dal momento in cui un lavoratore sia a ridosso della scadenza del contratto a tempo determinato, nel caso in cui dia le dimissioni o in caso di licenziamento: solo in questi casi le ferie possono essere monetizzate.

3. L'indennità risarcitoria per le ferie non godute è soggetta a tassazione?

La questione è ampiamente dibattuta in giurisprudenza: le ultime pronunce della Suprema Corte di Cassazione, sembrerebbero propendere per il si, infatti queste ultime decisioni del 2014 e del 2015 sostengono che l'indennità risarcitoria sia assoggettabile all'IRPEF, mentre la Commissione Tributaria e il TAR Lazio sono di parere opposto, ritenendo che il pagamento dell'indennità sia esente da tasse.

In modo particolare la sentenza della Suprema Corte di Cassazione (1232\2015), sostiene che parlando di retribuzione imponibile, essendo essa un'attribuzione patrimoniale riconosciuta a favore del lavoratore in dipendenza dal rapporto di lavoro, non essendo compresa all'interno dell'elenco delle retribuzioni escluse da tassazione, questa debba essere soggetta a tassazione. La Commissione Tributaria del Lazio, invece, con sentenza n. 89\2014 si basa sul Testo Unico delle imposte sui redditi secondo il quale l'imponibilità fiscale di risarcimento è limitata a seguito di una perdita di reddito e non si applica se l'indennità è finalizzata alla riparazione del danno.

Essendovi pronunce così diverse (addirittura agli antipodi), la creazione di ingorghi nei tribunali in funzione del giudice del lavoro è cosa certa...infatti non essendovi ancora stata una chiara presa di posizione in merito da parte del nostro legislatore, i ricorsi dei lavoratori innanzi ai Tribunali sono davvero tantissimi. Infatti un intervento del legislatore che dia linee guida chiare e precise è atteso da ormai parecchio tempo e quanto meno necessario.

Fonti normative

- art 2109 codice civile;

- art 36 Costituzione;

- Dlgs 66\2003;

- Dlgs 213\2004;

- Sentenza Corte di Cassazione n. 1232\2015;

- Sentenza della Commissione Tributaria del Lazio n. 89\2014.

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