Il Caregiver e la sua funzione

Caregiver, chi è e le nuove proposte di legge.

Il Caregiver e la sua funzione

1. Chi è il Caregiver?

Col termine caregiver si definisce quella persona che, in virtù del legame affettivo e a titolo gratuito, presta assistenza ad un membro della famiglia diventato non autosufficiente a causa di una malattia o per l'avanzare dell'età.
L'uso della parola assistenza fa riferimento, genericamente, a tutte le attività necessarie alla cura del familiare come: 

  • l'aiuto fisico
  • la somministrazione di farmaci
  • l'assistenza nella consumazione dei pasti
  • l'espletamento di attività burocratiche e amministrative (come il ritiro della pensione o il pagamento di eventuali canoni e bollette), ma anche attività come l'ordinaria pulizia della casa

L'attività del caregiver, per ovvi motivi, risulta parametrata al tipo di aiuto necessario e al grado di mancata autosufficienza del familiare. Per questo essa può essere a tempo pieno o a tempo parziario e, a seconda del carico di ansia e stress emotivo ad essa collegata, può portare anche a disturbi psicologici come depressione o insonnia.
I maggiori tratti distintivi tra questa figura e la classica figura del badante, quindi, risiedono proprio: 

  1. nella piena disponibilità di chi assiste, anche tutto il giorno e la notte,
  2.  nella gratuità della prestazione.

2. La tutela del Caregiver dipendente

Ad oggi, nonostante l'evidente importanza di simili figure nel tessuto societario, alla figura del caregiver non è ancora dato pieno riconoscimento e tutela.
Nel caso di lavoratori dipendenti, che necessitino di prendersi cura di un parente affetto da gravi disabilità, però, la Legge 104 del 1992 prevede una serie di agevolazioni e permessi dando riconoscimento parziale al caregiver, sebbene tale specifica figura sia nominata solo dall'art. 33. 

In particolare, l'art. 33, comma 3, prevede che il lavoratore dipendente, privato o pubblico, ha il diritto a 3 giorni di permesso mensile retribuito per poter accudire il parente affetto da disabilità grave.

Quanto al grado di parentela a cui viene concesso il beneficio, la Legge in discussione stabilisce il seguente elenco: 

  1. persone affette da gravi disabilità;
  2. genitori (anche adottivi o affidatari) di figli con gravi disabilità;
  3. coniuge (o partner nell'unione civile), parenti e affini entro il secondo grado di familiari affetti da gravi disabilità, tale diritto può essere esteso a parenti e affini di terzo grado laddove l'assistito abbia più di 65 anni e i genitori e/o il coniuge dello stesso siano deceduti o affetti a loro vota da grave disabilità.
     

Si stabilisce, inoltre, che a chi usufruisce dei permessi della L. 104/92 non possa essere imposto il lavoro notturno. Esiste, poi, l'alternativa del congedo straordinario , di cui al decreto legislativo n. 151 del 2001, sulla tutela e sostegno della maternità paternità, il quale prevede che coloro che godono dei benefici di cui alla legge n. 104/92 possono ottenere un congedo retribuito della durata di 2 anni per una sola volta nell'arco dell'intera carriera lavorativa. 

 
Il periodo di congedo, sebbene retribuito, non viene computato ai fini del TFR, ferie e tredicesima. Esso può essere richiesto, quindi, per le stesse categorie di parenti viste per la legge 104, nonché da uno dei figli conviventi con l'affetto da disabilità grave, laddove manchi la figura del convivente, del coniuge o del partner dell'unione civile, perché deceduto o a sua volta affetto da grave disabilità.

3. E se il Caregiver non è un lavoratore dipendente?

Come detto, il nostro ordinamento non ha ancora riconosciuto piena tutela alla figura del caregiver, sebbene una definizione di essa si ritrovi ormai in di verse normative, sia a livello statale che regionale. 

Fino alla legge di Bilancio del 2018, l'Emilia Romagna e la Campania erano le uniche regioni ad aver emanato una legge regionale che desse riconoscimento alla figura del caregiver e delle sue mansioni. In Campania, in particolare, è stato istituito un registro dei Caregiver, un elenco a cui tali figure possono iscriversi allo scopo di creare una sorta di statistica del loro numero e delle mansioni da loro svolte. 

Viene, inoltre, data attuazione al PAI (Piano assistenziale individuale), istituito dalla Legge Nazionale n. 328 del 2000 col fine di creare interventi socio-assistenziali e sanitari personalizzati in base alle necessità della singola persona, in modo da creare un'organica collaborazione tra il caregiver, i servizi sociali, il medico curante e tutti i servizi di assistenza sanitaria previsti dall'ordinamento, in modo da dare supporto alla famiglia e al caregiver dell'assistito. 

Più di recente, la legge di Bilancio del 2018, ha dato riconoscimento espresso alla figura del
caregiver prevedendo, al suo articolo 1, comma 254, un fondo statale di 60 milioni di euro, valido per un triennio, per finanziare le iniziative legate alla tutela di tale figura. Ancora oggi, tuttavia, mancato i relativi decreti attuativi. 

Al successivo comma 255, invece, si è cercato di dare una definizione del caregiver, sebbene il risultato sia quello di un mero elenco di quali familiari possano essere considerati tali: 

  • il coniuge, convivete e partner di unione civile;
  • famigliari entro il secondo grado;
  • il coniuge per gli affini entro il secndo grado (valgono anche qui le estensioni fino al terzo grado nei casi già previsti dalla legge 104/92).

4. Caregiver: nuove proposte di legge

Di recente sono stati presentati diversi disegni di legge in Camera e Senato tutti al fine di dare espresso riconoscimento alla figura del caregiver, delimitarne l'ambito di attività e prevedere dei sostegni economici e assistenziali per lo stesso. Vengono suggerite, inoltre, una serie di attività ed interventi di collaborazione tra servizi sociali e medici base, che possano dare sostegno al caregiver. 

Viene, infine, previsto che le spese sostenute per la cura e l'assistenza del familiare possano essere detratte dall’imposta sul reddito delle persone fisiche nella misura del 50 per cento e fino ad un massimo di 10.000 euro all'anno. Bisognerà aspettare per vedere se una di queste proposte riuscirà a completare l'intero iter legislativo.

5. L'indennità di accompagnamento

In chiusura si rammenta che, in presenza di un'invalidità civile totale con impossibilità di deambulazione senza essere accompagnati o di incapacità di compiere le normali attività quotidiane senza sostegno, può essere richiesta un'indennità periodica all'INPS. Per ottenere il riconoscimento di questo tipo di invalidità che, lo si sottolinea, è cosa diversa dalla grave disabilità di cui alla legge 104/92, occorre un'attestazione dei requisiti sanitari fatta da una
Commissione medica della ASL. 

Una volta ottenuto il riconosciuto del diritto all'indennità civile, questa viene pagata dall'INPS mensilmente e corrisponde a circa 500 euro al mese per dodici mensilità.

 

6. Fonti normative

Legge n. 104 del 5 febbraio 1992: legge per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente

Decreto Legislativo n. 151 deò 26 marzo 2001: testo unico in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità

Legge n. 205 del 27 dicembre 2017: legge di bilancio 2018

Legge n. 328 del 8 novembre 2000: legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali

 

 

 

Emanuela Meloni
 

 

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