La separazione delle carriere

La separazione delle carriere ha rappresentato il terzo quesito referendario sulla giustizia del 12 giugno 2022.

La separazione delle carriere

Che cosa è la separazione delle carriere?

In Italia i magistrati requirenti (Pubblici ministeri) e magistrati giudicanti (giudici di Tribunale e Corti) appartengono alla stessa carriera, nel senso che sono selezionati da un unico concorso e dei loro trasferimenti e dei loro procedimenti disciplinari si occupa il Consiglio superiore della magistratura. La Costituzione stabilisce che la magistratura è autonoma e indipendente ed è soggetta soltanto alla legge.

E i magistrati si distinguono tra loro soltanto per funzioni. La separazione delle carriere vorrebbe imporre al magistrato di scegliere all’inizio la funzione che intende svolgere, avviando, così, il processo di separazione delle carriere tra giudicanti e requirenti. Il fine è quello di eliminare i condizionamenti che rischiano di corrompere la “terzietà del giudice” e l’“imparzialità della decisione”.

Che differenza c'è tra pubblico ministero e giudice?

Nell’ordinamento giudiziario, il giudice è l’organo (monocratico o collegiale) chiamato a decidere delle controversie mentre il pubblico ministero è il magistrato chiamato a sostenere l’interesse pubblico nel processo e nelle fasi preliminari ad esso. Quindi, il giudice ha il compito di decidere su una causa e può essere rappresentato:

  • da un funzionario, come per esempio il Giudice di pace;
  • da un organo, quale il giudice collegiale che è composto da più persone.

Non esiste una definizione di giudice dettata dalla legge, ma ci sono, invece, delle specifiche competenze che portano a distinguere tra giudice civile, giudice penale, amministrativo o tributario. I magistrati, invece, non decidono sulle controversie specifiche, ma fanno parte della funzione giurisdizionale dello Stato. Rientrano tra magistrati:

  • il Pubblico ministero (Pm);
  • il giudice della Corte dei conti, che non sempre si pronuncia sulle controversie.

Il Pm ha la funzione di indagare su un crimine, attraverso l’esame delle prove e della documentazione presentate, oltre a condurre le indagini con il supporto della polizia giudiziaria.

Come si passa da giudice a PM?

Il passaggio è possibile non più di quattro volte in carriera e servono cinque anni di permanenza e un concorso di idoneità ogni volta, ma soprattutto bisogna cambiare distretto e anche Regione e a volte nemmeno basta, perché è precluso anche l'ufficio competente per legge a occuparsi di indagini che coinvolgono magistrati del distretto di provenienza.

Il terzo quesito referendario del 12 giugno non ha raggiunto il quorum. La riforma approvata dal Parlamento con la legge n. 71 del 2022 prevede che un magistrato potrà chiedere il passaggio dalle funzioni di giudice a quelle di pm, o viceversa, solo una volta nel corso della propria carriera. La richiesta dovrà essere fatta entro dieci anni dal momento dell’assegnazione del primo ruolo.

Chi ha più potere un magistrato o un giudice?

Ogni giudice deve essere, obbligatoriamente, un magistrato. Al contrario non tutti i magistrati sono giudici. La qualifica di giudice è più specifica rispetto alla categoria di magistrato, la quale è, invece, più ampia. Il giudice è, nella pratica, un organo sopra le parti (super partes) che ha il compito di decidere, in modo imparziale, su una causa di natura civile, penale o amministrativa. Il magistrato, invece, è un funzionario pubblico investito di poteri giudiziari.

Avvocato Celestine Frami

Celestine Frami