Come funziona la pensione per le casalinghe?

Le casalinghe, nonché i casalinghi, in maniera analoga a tutti gli altri lavoratori, hanno il diritto di percepire la pensione di inabilità e di vecchiaia, purché decidano di versare volontariamente i contributi in un Fondo di previdenza istituito ad hoc ed in presenza di requisiti ben precisi.

pensione casalinghe

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1. La previdenza sociale

La Costituzione prevede che lo Stato debba provvedere ad assicurare ai lavoratori mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di invalidità o vecchiaia, prevenendo il possibile stato di bisogno che ne consegue.

La previdenza sociale si caratterizza per:

  1. avere come destinatari i lavoratori;
  2. l’iscrizione da parte del lavoratore ad una gestione previdenziale;
  3. il finanziamento del fondo previdenziale tramite il versamento di contributi.

L’istituto previdenziale in Italia per eccellenza è l’INPS, ossia l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, il cui compito è quello di erogare anche la pensione di vecchiaia e di inabilità.

La pensione di vecchiaia è destinata a favore di coloro che hanno raggiunto una determinata età e versato un certo numero di contributi.

La pensione di inabilità è versata a quei lavoratori per i quali viene accertata lassoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Allo stato attuale, anche la casalinga può avere il diritto di percepire tali prestazioni previdenziali.

2. La pensione per le casalinghe

Sorge spontaneo, a questo punto, chiedersi “cos’è la pensione per le casalinghe”?

Essa è la pensione di vecchiaia o di inabilità richiesta da tutti coloro, sia di genere femminile che maschile, che svolgono lavori di cura non retribuiti all’interno delle mura domestiche.

La casalinga svolge un lavoro vero e proprio, da intendersi come qualsiasi attività fisica e psichica che comporta spesa di energia (basti pensare a tutte quelle attività quotidiane, quali il pulire la casa, il lavare i piatti, accudire i figli), idonea a soddisfare un bisogno mediante la produzione di beni o servizi (la gestione della casa e della famiglia), verso un corrispettivo, che in questo caso è assente.

La casalinga dovrà essere iscritta ad un fondo pensioni e versare spontaneamente i contributi.

2.1 Il fondo casalinghe

Come anticipato, per godere della previdenza sociale, la casalinga deve essere iscritta al Fondo casalinghe, il fondo di previdenza istituito fin dal 1997.

I soggetti di entrambi i sessi possono iscriversi al fondo in presenza di determinati requisiti:

  1. devono avere un’età compresa tra i 16 e i 65 anni;
  2. devono svolgere lavoro in famiglia non retribuito, senza vincoli di subordinazione;
  3. non devono essere titolari di pensione diretta;
  4. non devono prestare attività lavorativa dipendente o autonoma, con obbligo di iscrizione ad altro ente previdenziale, salvo lavori a part-time, se in relazione all’orario o alla retribuzione percepita non consentano di raggiungere l’entità di contributi utili per la pensione.

2.2 Modalità di iscrizione

Gli aventi diritto devono trasmettere la propria domanda di iscrizione esclusivamente per via telematica attraverso tre canali:

  1. in via autonoma, mediante il portale INPS, previa identificazione tramite PIN;
  2. tramite il Contact Center INPS;
  3. tramite i patronati ovvero enti intermediari dell’Istituto.

2.3 L’importo del versamento

In caso di accoglimento della domanda, l’avente diritto potrà iniziare ad effettuare i versamenti mediante bollettino postale. Il bollettino è senza importo, poiché la/il casalinga/o è libero di versare la somma che ritiene opportuna.

La somma minima richiesta dall’Inps per permettere di avere un mese di contribuzione è pari ad euro 25,82.

I contributi versati sono deducibili interamente dal reddito imponibile Irpef del dichiarante, ovvero anche per i familiari fiscalmente a carico.

2.4 Requisiti per richiedere la pensione

Oltre all’iscrizione al Fondo casalinghe, sono necessari, tuttavia, ulteriori requisiti per ottenere la corresponsione delle prestazioni previdenziali.

Più in particolare, per la pensione di vecchiaia sono necessari:

  1. aver compiuto l’età di 57 anni;
  2. aver versato precedentemente almeno 5 anni di contributi nel Fondo pensione.

L’ammontare dell’importo della pensione si calcola secondo il metodo contributivo.

Per converso, per la pensione di inabilità è necessario:

  1. l’intervenuta assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa;
  2. aver versato almeno 5 anni di contributi.

3. La pensione sociale

Per completezza, è utile ricordare che, a prescindere dal versamento di contributi, la/il casalinga/o, che non riceve una retribuzione, a determinate condizioni, può avere diritto alla pensione sociale, oggi definita assegno sociale.

Quest’ultimo consiste in una prestazione economica destinata ai cittadini italiani e stranieri in condizioni economiche disagiate e con redditi inferiori alle soglie previste annualmente dalla legge.

L’importo dell’assegno è pari a 458,00 euro per 13 mensilità e il limite di reddito è pari a 5.954,00 euro annui e 11.908,00 euro, se il soggetto è coniugato.

Hanno diritto all'assegno per l’intero importo i soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell'assegno.

I requisiti per richiedere l’assegno sono i seguenti:

  1. avere 67 anni di età;
  2. essere in stato di bisogno economico;
  3. cittadinanza italiana;
  4. residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno dieci anni nel territorio nazionale.

Fonti normative

Costituzione: articolo 38, comma 2

Legge 8 agosto 1995, n. 335: Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare.

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