Cosa fare in caso di infortunio sul lavoro
Per tutti gli attori del mondo del lavoro è fondamentale conoscere i propri diritti e le corrette procedure da seguire in caso di infortunio sul lavoro. La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro non è infatti solo un obbligo normativo, ma un principio fondamentale per una società civile. Per i lavoratori dipendenti, comprendere i propri diritti significa sapere come agire in caso di infortunio, conoscere le tempistiche per le segnalazioni, e conoscere a quali prestazioni hanno diritto e come accedere al supporto medico e legale necessario. Per i lavoratori autonomi, conoscere le procedure per la denuncia di un infortunio, anche se non direttamente legate all'INAIL per tutti i casi, permette di gestire al meglio la propria situazione e di non trovarsi impreparati di fronte a eventi avversi che potrebbero compromettere la propria attività. Per i datori di lavoro, la conoscenza approfondita delle normative in materia di sicurezza sul lavoro e di gestione degli infortuni è un obbligo legale. Adottare tutte le misure preventive necessarie, formare adeguatamente i dipendenti e saper gestire correttamente un infortunio, dalla segnalazione all'assistenza al lavoratore, non solo evita sanzioni e contenziosi, ma dimostra un'etica aziendale che valorizza la salute e il benessere dei propri collaboratori. In questo contesto, l'INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro svolge un ruolo centrale, in quanto è preposto alla gestione dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, garantendo ai lavoratori infortunati o ammalati una tutela economica e sanitaria. Da ultimo, il diritto al risarcimento è un aspetto fondamentale. In caso di infortunio o malattia professionale, il lavoratore ha diritto a essere risarcito per il danno subito, sia esso biologico, patrimoniale o morale.
Cosa si intende per infortunio sul lavoro
La nozione di infortunio sul lavoro
L’infortunio sul lavoro è definito come “un evento dannoso che si verifica per causa violenta ed in occasione di lavoro, dal quale derivi la morte o una inabilità permanente al lavoro (assoluta o parziale) ovvero una inabilità temporanea assoluta che comporti l'astensione dal lavoro per più di tre giorni”.
Gli elementi integranti la nozione di infortunio sul lavoro sono tre: la lesione, la causa violenta, l’occasione di lavoro e l’evento dannoso. Analizziamo di seguito nel dettaglio gli ultimi due elementi.
Per causa violenta si intende un fattore esterno, rapido e concentrato nel tempo, che agisce sull'organismo del lavoratore. Questo può essere un evento traumatico (es. caduta, colpo), ma anche un'esposizione improvvisa e intensa a fattori fisici (es. rumore eccessivo, sbalzo termico), chimici o biologici. L'importante è che l'azione sia concentrata nel tempo e di intensità tale da produrre il danno. La giurisprudenza ha infatti chiarito che “la causa violenta, richiesta dall'art. 2 del d.P.R. n. 1124 del 1965 per l'indennizzabilità dell'infortunio, può riscontrarsi anche in relazione allo sforzo messo in atto nel compiere un normale atto lavorativo, purché lo sforzo stesso, ancorché non eccezionale ed abnorme, si riveli diretto a vincere una resistenza peculiare del lavoro medesimo e del relativo ambiente, dovendosi avere riguardo alle caratteristiche dell'attività lavorativa svolta e alla loro eventuale connessione con le conseguenze dannose dell'infortunio” (Cassazione Civile Sezione Lavoro Sentenza 13.03.2017, n. 6451)
Per occasione di lavoro si intende che l'evento lesivo deve essere in relazione causale con l'attività lavorativa svolta, anche se non direttamente collegato alla mansione specifica. Sul punto la giurisprudenza ha chiarito che “Nella nozione di “occasione di lavoro” rientrano tutti i fatti, anche straordinari ed imprevedibili, inerenti all’ambiente, alle macchine, alle persone, al comportamento dello stesso lavoratore, purché attinenti alle condizioni di svolgimento della prestazione, ivi compresi gli spostamenti spaziali funzionali allo svolgimento della prestazione, con l’unico limite del rischio elettivo. Infatti, l’assicurato non ha diritto all’indennizzo soltanto quando l’infortunio derivi da rischio elettivo, ossia quando esso sia la conseguenza di un rischio collegato ad un comportamento volontario, volto a soddisfare esigenze meramente personali e, comunque, indipendente dall’attività lavorativa, cioè di rischio generato da un’attività che non abbia rapporto con lo svolgimento dell’attività lavorativa o che esorbiti in modo irrazionale dai limiti di essa” (Cassazione Civile Sezione Lavoro Sentenza 20.7.2017, n. 17197).
Rientrano in questo concetto:
- Attività lavorativa vera e propria: l'infortunio avviene durante lsvolgimento delle mansioni assegnate.
- Attività preparatorie o accessorie: ad esempio, il lavoratore che si infortuna mentre si reca in bagno o beve acqua sul luogo di lavoro.
- Lavoro straordinario o festivo: se autorizzato.
- Infortuni in itinere: quelli che avvengono nel tragitto (non interrotto o deviato per ragioni personali) di andata e ritorno tra l'abitazione e il luogo di lavoro, o tra due luoghi di lavoro, o tra il luogo di lavoro e il luogo di consumo abituale dei pasti (se non è presente una mensa aziendale).
Differenza tra Infortunio e Malattia Professionale:
La distinzione tra infortunio sul lavoro e malattia professionale è importante sebbene entrambe le situazioni possono essere oggetto di indennizzo da parte dell’INAIL.
L’Infortunio sul Lavoro è caratterizzato dalla causa violenta e dall'immediatezza dell'evento dannoso. Il nesso causale tra l'evento e il danno è generalmente diretto e facilmente individuabile nel tempo e nello spazio. Esempio tipico di infortunio sul lavoro è quello di un operaio che si taglia un dito con una macchina utensile.
La Malattia Professionale si manifesta in modo lento e progressivo, a causa dell'esposizione continuativa e prolungata a fattori di rischio presenti nell'ambiente di lavoro. Il nesso causale non è immediato e la malattia si sviluppa nel tempo. Le malattie professionali sono elencate in tabelle specifiche (malattie tabellate) o possono essere riconosciute anche se non tabellate, purché sia provato il nesso causale con l'attività lavorativa (malattie non tabellate). Un esempio è quello del lavoratore lavoratore esposto per anni al rumore che sviluppa ipoacusia (perdita dell'udito), o un lavoratore esposto all'amianto che contrae mesotelioma pleurico dopo anni.
Tipologie Comuni di Infortuni:
Gli infortuni sul lavoro possono assumere molteplici forme, ma alcune tipologie sono statisticamente più frequenti:
- Cadute
- Lesioni da macchinari e attrezzature:
- Tagli, schiacciamenti, amputazioni: dovuti all'uso improprio, alla mancanza di protezioni o al malfunzionamento di macchine.
- Intrappolamento: in organi in movimento.
- Contatti con parti calde o fredde: ustioni o congelamenti.
- Stress fisico e movimenti ripetitivi (disturbi muscolo-scheletrici acuti):
- Urto contro oggetti o persone:
- Contatti con agenti nocivi:
- Infortuni in itinere: quelli che avvengono durante il tragitto casa-lavoro o lavoro-casa, come incidenti stradali.
Aspetti legali fondamentali per un infortunio sul lavoro
1. Obblighi del datore di lavoro in materia di sicurezza e prevenzione
Secondo il D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro), il datore di lavoro ha l’obbligo di:
- Valutare tutti i rischi presenti in azienda procedendo peraltro alla redazione al costante aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi - DVR).
- Nominare figure competenti: medico competente, RSSP (Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione) RLS (Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza)
- Formare e informare i lavoratori sui rischi e le misure di prevenzione.
- Fornire i dispositivi di protezione individuale (DPI) e assicurarsi del loro corretto utilizzo.
- In caso di rischi specifici per la salute (ad esempio, esposizione ad agenti chimici, rumore, stress, ecc.), il datore di lavoro deve nominare il medico competente che deve occuparsi della sorveglianza sanitaria;
- Adottare misure tecniche e organizzative per ridurre i rischi al minimo.
In conclusione, il datore di lavoro deve prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori, facendo sì che i rischi siano valutati e adeguatamente gestiti attraverso formazione, dispositivi, sorveglianza e un’organizzazione adeguata del lavoro. L’omissione o l’inadeguatezza di tali misure può avere rilevanza civile, penale e amministrativa.
2. Doveri di denuncia all’INAIL
Il datore di lavoro ha l’obbligo di:
- Denunciare all’INAIL entro due giorni dall’evento:
- Infortunio sul lavoro (con prognosi superiore ai 3 giorni).
- Malattia professionale (alla conoscenza del certificato medico).
- Infortunio sul lavoro (con prognosi superiore ai 3 giorni).
- Denunciare all’INAIL entro 24 ore in caso di morte del lavoratore
- Inviare la denuncia tramite il servizio telematico INAIL.
In caso di omessa denuncia il datore di lavoro incorre in una sanzione amministrativa e potenziale responsabilità per omissione dolosa in caso di aggravamento della malattia o infortunio.
3. Responsabilità civile e penale del datore in caso di violazioni
a. Responsabilità civile
L’art. 2087 del Codice Civile stabilisce che “e' tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarita' del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalita' morale dei prestatori di lavoro.
Sul punto la giurisprudenza ha chiarito che “l'art. 2087 c.c. non configura un'ipotesi di responsabilità oggettiva, in quanto la responsabilità del datore di lavoro - di natura contrattuale - va collegata alla violazione degli obblighi di comportamento imposti da norme di legge o suggeriti dalle conoscenze sperimentali o tecniche del momento; ne consegue che incombe al lavoratore che lamenti di avere subito, a causa dell'attività lavorativa svolta, un danno alla salute, l'onere di provare, oltre all'esistenza di tale danno, la nocività dell'ambiente di lavoro, nonché il nesso tra l'una e l'altra, e solo se il lavoratore abbia fornito tale prova sussiste per il datore di lavoro l'onere di provare di avere adottato tutte le cautele necessarie ad impedire il verificarsi del danno e che la malattia del dipendente non è ricollegabile alla inosservanza di tali obblighi” (Cass. Civile Sezione Lavoro Ordinanza 8.10.2018 n. 24742).
b. Responsabilità penale
La responsabilità penale del datore di lavoro è prevista per violazioni gravi della normativa:
- Lesioni colpose (art. 590 codice penale);
- Omicidio colposo (art. 589 codice penale).
- Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni (art. 437 codice penale).
La responsabilità del datore di lavoro è aggravata se la violazione delle norme antinfortunistiche ha causato l’evento.
E’ peraltro possibile l’applicazione del D.Lgs. 231/2001 per la responsabilità amministrativa della società in caso di reati commessi da soggetti apicali nell’interesse della società.
4. Copertura INAIL: cosa comprende, tempi e modalità di erogazione
In caso di infortunio del lavoro la copertura dell’INAIL interviene nelle seguenti ipotesi:
- Indennizzo per inabilità temporanea (dal 4° giorno dopo l’evento).
- Rendita per inabilità permanente (con una percentuale di danno definitivo sopra al 16%).
- Indennizzo in capitale (6%–15%).
- Prestazioni sanitarie gratuite e fornitura protesi.
- Rendita ai superstiti in caso di decesso.
Il pagamento generalmente è avviato entro 30 giorni dalla ricezione completa della documentazione. Il lavoratore può seguire lo stato della pratica tramite il portale INAIL.
5. Diritto al risarcimento integrale in caso di colpa del datore (oltre all’indennizzo INAIL)
L’indennizzo INAIL è automatico in caso di infortunio sul lavoro e indipendente dalla colpa del datore di lavoro.
Il lavoratore può agire in sede civile per il risarcimento integrale dei danni non coperti dall’INAIL se prova la colpa o dolo del datore (es. mancata formazione, assenza DVR).
In tal caso può richiedere il risarcimento del danno morale, esistenziale e biologico differenziale (la parte non coperta dall’INAIL)
6. Prescrizione e termini per agire
La domanda per ottenere l’Indennizzo INAIL deve essere presentata entro:
- 3 anni dalla data dell’infortunio.
- 3 anni dalla conoscenza della malattia professionale.
L’azione civile contro il datore si prescrive in:
- 5 anni per risarcimento da fatto illecito (art. 2947 codice civile).
- 10 anni se si agisce per violazione del contratto (art. 2087 c.c.).
Per l’azione penale i termini di prescrizione variano in base al reato (es. 6 anni per lesioni colpose gravi).
Cosa fare subito dopo un infortunio sul lavoro
In caso di infortunio sul lavoro, occorre prestare il primo soccorso se ci sono persone formate e nel caso di infortunio grave chiamare immediatamente i soccorsi necessari. Il lavoratore infortunato o un collega devono avvisare il datore di lavoro o un preposto o il responsabile per la sicurezza.
Il lavoratore deve farsi rilasciare dal medico personale o dal medico del Pronto Soccorso il certificato medico che deve inviare all’INAIL e consegnare in copia al datore di lavoro.
Il datore di lavoro deve provvedere a fare la denuncia nei termini sopra citati e provvedere alla registrazione sul registro aziendale di tutti gli infortuni che comportano un’assenza del lavoratore superiore a un giorno oltre al giorno in cui si è verificato l’infortunio.
Il lavoratore deve raccogliere prove documentali (ad. es. foto del luogo del sinistro, relazioni e mail interne che segnalino criticità) nomi e contatti dei possibili testimoni che potranno essere utili in eventuale successivo contenzioso.
Il lavoratore deve quindi seguire le indicazioni mediche, conservare tutta la documentazione medica e aggiornare il datore sull’andamento dell’infortunio.
Quando rivolgersi a un avvocato specializzato
Il lavoratore dovrebbe valutare di rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto del lavoro e responsabilità civile nei seguenti casi, soprattutto dopo un infortunio sul lavoro:
- In caso di contestazioni da parte dell’INAIL: qualora l’INAIL non riconosca l’infortunio sul lavoro o riconosca un grado di invalidità insufficiente per ottenere rendita o capitale l’avvocato può assistere il lavoratore può impugnare in via amministrativa il provvedimento dell’INAIL, mettendo peraltro in contatto il lavoratore con un medico legale per la redazione della perizia. E infine l’avvocato può promuovere un ricorso innanzi al Giudice del Lavoro.
- in caso di contestazioni del datore di lavoro: in particolare qualora il datore di lavoro imputi l’infortunio a responsabilità del lavoratore, un avvocato può verificare se ci sono profili di responsabilità del datore di lavoro e attivare una perizia medico-legale o raccogliere prove a tutela del lavoratore.
- se l’infortunio ha causato gravi danni permanenti o per valutare il risarcimento dei danni non patrimoniali. In tal caso un avvocato specializzato, dopo aver attivato una perizia medico-legale al fine di valutare l’effettiva entità dei danni patiti dal lavoratore, può avviare un’azione contro il datore di lavoro. In particolare tale situazione si può verificare se l’infortunio ha causato:
Se l’infortunio ha causato:
- Invalidità permanente.
- Danni psicologici o morali.
- Perdita della capacità lavorativa.
- Riduzione dello stipendio o cambiamento di mansione
FAQ - Domande frequenti per infortunio sul lavoro
Quanto tempo ho per agire legalmente dopo un infortunio sul lavoro?
l termine di prescrizione per presentare la domanda di infortunio all’INAIL è di tre anni dall’evento. Il termine di prescrizione per la responsabilità del datore di lavoro è 10 anni in caso di responsabilità ai sensi dell’art. 2087 codice civile e di cinque anni in caso di responsabilità per fatto illecito.
Quali documenti servono per ottenere l’indennizzo?
I documenti necessari per l’indenizzo sono il certificato medico del medico personale o del medico del pronto soccorso e ogni documentazione clinica relativa allo stato di salute del lavoratore. In caso di contestazioni può essere utile la redazione di una perizia medico-legale.
Posso ottenere un risarcimento anche se ricevo l’indennizzo INAIL?
Sì nel caso in cui il lavoratore abbia subito danni ulteriori, quali danni morali, esistenziali e danno biologico differenziale.
L’infortunio in itinere è coperto?
L’infortunio in itinere è coperto se avviene nel normale tragitto tra casa e lavoro o tra due sedi di lavoro. E’ escluso il risarcimento nel caso in vi siano deviazione nel tragitto, sia utilizzato un mezzo non autorizzato o il sinistro sia causato da condotta gravemente imprudente del lavoratore (ad es. guida in stato di ebbrezza).
Il datore di lavoro può essere denunciato?
l datore di lavoro può essere denunciato in seguito a violazioni gravi della normativa: quali lesioni colpose (art. 590 codice penale), omicidio colposo (art. 589 codice penale) e rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni (art. 437 codice penale).

Massimiliano Acerbo
Sono l'Avv. Massimiliano Acerbo, sono specializzato in diritto del lavoro, materia che seguo da quasi 17 anni. Nella mia carriera professionale ho avuto la possibilità di assistere sia lavoratori sia datori di lavoro. Mi ritengo un avv ...