Cosa fare in caso di multa ingiusta?

In tali casi cosa fare? Molte persone pagano la contravvenzione, nel timore che provare a ricorrere contro la sanzione possa rappresentare un inutile dispendio di tempo e denaro. Ma è sempre corretto questo ragionamento? Non proprio. Vediamo di seguito come si può reagire contro le contestazioni ingiuste per non pagare multe illegittime e quando effettivamente convenga agire.

Cos’è una multa (ingiusta!)

Innanzitutto spieghiamo brevemente cos’è una multa, come e quando ne veniamo colpiti. Le multe sono delle sanzioni pecuniarie che vengono applicate da un'autorità pubblica a seguito di una violazione di una norma. In Italia, le multe sono disciplinate dal Codice della Strada, dal Codice penale e da altre leggi speciali.

Tipi di multe

In Italia, esistono due tipi principali di multe:

  • Multe amministrative: sono le sanzioni pecuniarie che vengono applicate per violazioni di norme amministrative, come le norme del Codice della Strada o le norme fiscali (si parla in questi casi di sanzioni amministrative).
  • Multe penali: sono le sanzioni pecuniarie che vengono applicate per violazioni di norme penali, come i reati di guida in stato di ebbrezza o di guida senza patente.

Nell’ambito delle multe irrogate come sanzioni amministrative spiccano quelle collegate alla violazione del codice della strada, che generalmente sono, ahinoi, le più gettonate, come ad esempio le sanzioni per eccesso di velocità o la più amata dagli italiani, la sosta in divieto o senza apporre la ricevuta di pagamento quando sostiamo sulle famose “strisce blue”, possiamo distinguerle anche alle modalità di comunicazione delle stesse, ovvero come ci vengono notificate.

1) Sanzione contestata direttamente a chi ha commesso l'infrazione, a cui viene rilasciato il verbale. E’ l’ipotesi più scomoda, perché veniamo come dire colti sul fatto da un posto di blocco o comunque da agenti delle forze dell’ordine presenti sul momento che ci contestano subito la violazione e ci chiedono di sottoscrivere il verbale di contestazione. Giuridicamente parlando è l’ipotesi meno preferibile per poter azionare la tutela legale, in quanto, salvo casi particolari, sottoscrivendo il verbale di contestazione si ha in pratica un’ammissione dei fatti e molti giudici tendono a rigettare i ricorsi proprio per la presenza della sottoscrizione. Fatto sta che, il termine per il pagamento è di 60 giorni dalla data della contestazione. Informazioni per il pagamento e il ricorso sono indicate nel verbale.

2) Preavviso Compilato quando è accertata la violazione e lasciato sul veicolo (es: avviso sui veicoli in divieto di sosta). Termine per pagamento 5 giorni dalla data del preavviso, poi il verbale viene inviato per posta con atto giudiziario (busta verde) con aggiunte spese di accertamento e notifica. Solo da tale momento è possibile presentare eventuale ricorso.

3) Verbale notificato per posta (busta verde), cioè spedito all'indirizzo di residenza del proprietario del veicolo. Alla sanzione si aggiungono le spese di accertamento e notifica. Si tratta di quei casi ricorrenti in cui la violazione non può essere accertata e contestata dagli agenti accertatori contestualmente al fatto, come abbiamo visto sopra al punto 1). Spesso si tratta di infrazioni rilevate da apparecchiature elettroniche (es. autovelox).

Quando opporsi alle contravvenzioni per non pagare le multe

Il numero di multe è in costante aumento e la maggior parte di queste è dovuta all’eccesso di velocità. È sempre necessario pagare la contravvenzione? In alcuni casi le sanzioni amministrative sono illegittime e quindi è possibile presentare un ricorso per non pagare le multe. Il conducente che ha ricevuto una contravvenzione, può rivolgersi a un legale esperto in codice della strada e il professionista spiegherà se ci sono gli estremi per un ricorso e come bisogna procedere.

Vediamo alcune delle ipotesi più frequenti di multe illegittime

  • Autovelox non segnalati: Le postazioni dell’autovelox devono essere segnalate mediante appositi cartelli visibili. I cartelli devono essere posti ad una distanza minima dall’autovelox, e la Corte di Cassazione può interpretare estensivamente queste disposizioni.
  • Autovelox non omologati: Gli autovelox necessitano di un’omologazione da parte del Ministero dei Trasporti e possono essere gestiti solo da personale di polizia stradale, non da terzi.
  • Parcometro non funzionante: In caso di parcometro guasto senza altre colonnine funzionanti nei paraggi, è possibile contestare la multa segnalando il malfunzionamento con numero identificativo della colonnina, indirizzo esatto, e targa del mezzo.
  • Irregolarità nel verbale della multa: Il verbale della contravvenzione deve essere compilato in ogni sua parte, inclusi dati essenziali come data, indirizzo, località, targa, e disposizione del codice della strada violata, altrimenti la multa è illegittima.
  • Strisce blu irregolari: Le strisce blu delimitano i parcheggi a pagamento e sono a norma solo se ci sono parcheggi gratuiti nei paraggi e l’area delimitata non si trova dentro la carreggiata, per non ostruire il traffico.
  • Multa notificata oltre i termini di legge: La contravvenzione deve essere notificata entro 90 giorni dall’infrazione (360 giorni se il trasgressore è residente all’estero), tipicamente via raccomandata con ricevuta di ritorno. Il mancato rispetto di questi termini rende le sanzioni amministrative illegittime.

Inizia per verificare i termini di notifica delle multe

Ai sensi dell’art. 201 CdS, qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata, il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con la indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, è necessario notificare il verbale al responsabile entro 90 giorni (360 giorni se la persona risiede all'estero) dalla data di accertamento della violazione. Il conteggio dei 90 giorni ha inizio dall'accertamento stesso.

Nel caso in cui il 90° giorno cada in un giorno festivo, il termine viene prorogato al primo giorno feriale successivo. Oltre questo periodo di 90 giorni, la notifica perde efficacia, a meno che non siano presenti circostanze particolari, come il mancato aggiornamento delle informazioni relative al cambio di proprietà o di residenza nei registri pubblici (articolo 386 del regolamento d'esecuzione del Codice della Strada). In tal caso, il termine di 90 giorni decorre dalla data in cui il Comando di Polizia Locale ha avuto la possibilità di conoscere i nuovi dati. Pertanto, il punto di partenza, noto come "dies a quo," per la verifica del rispetto del termine di notifica di una multa è la data di accertamento dell'infrazione, mentre la conclusione, o giorno di arrivo dipende dalla spedizione della raccomandata. Superato infruttuosamente questo termine, la sanzione si prescrive, poiché non può più essere legittimamente notificata, comportando l'annullamento della contravvenzione.

Tale procedura di annullamento può essere avviata mediante un apposito ricorso presso il Giudice di Pace o il Prefetto, a seconda delle modalità previste dalla normativa. In definitiva, la data cruciale ai fini di un potenziale ricorso è la data di spedizione della raccomandata che contiene la contravvenzione, non la data di ricezione. Di conseguenza, l'automobilista potrebbe ricevere la notifica anche dopo il periodo di 90 giorni previsto. Rispetto alla legge 890/82 sulla multa, è importante menzionare la sentenza n. 477 del 20-26 novembre 2002 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 3, della legge n. 890 del 20 novembre 1982.

Questa legge riguarda le notificazioni di atti a mezzo posta e le comunicazioni connesse con la notificazione di atti giudiziari. La Corte ha precisato che la notificazione si perfeziona non alla data di ricezione dell'atto da parte del destinatario, bensì alla data antecedente di consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario. Il ricorso contro la contravvenzione può essere proposto al Prefetto della località in cui ha avuto luogo l’infrazione, al comando dei vigili urbani che ha elevato la multa (c.d. Ricorso in autotutela) oppure al Giudice di Pace. I tempi, la forma e la disciplina relativa all’impugnazione della decisione sono diversi e per evitare di perdere tempo e denaro in ricorsi infruttuosi, è altamente consigliato rivolgersi ad un legale che conosca bene il nuovo codice della strada. Ma vediamo sinteticamente le tre procedure.

Il Ricorso al Prefetto per la multa ingiusta

Il Ricorso al Prefetto deve essere proposto tassativamente entro 60 giorni dal giorno in cui è stata ricevuta la multa (attenzione: non dal giorno in cui il Vigile ha apposto il talloncino sulla vettura, ma dalla data in cui è stato notificato il verbale). Esso va presentato al Prefetto del luogo in cui è avvenuta la presunta violazione mediante l’invio di una raccomandata a.r. e deve essere corredato di tutti i documenti utili per la difesa. Per il ricorrente è altresì possibile richiedere d’essere ascoltato personalmente. Il prefetto si occupa quindi di trasmettere ricorso e documenti allegati al Comando responsabile della sanzione perché possa fornire gli elementi utili a risolvere il caso e capire se la multa sia legittima o meno. Una volta in possesso degli atti e documenti di entrambe le parti, il Prefetto esamina approfonditamente il caso, valutando bene tutte le circostanze di fatto e procedendo all’audizione dell’interessato qualora ritenuto utile ai fini della decisione.

La pronunzia del Prefetto può poi muoversi in due direzioni:

  • Il Ricorso è fondato. La multa non deve essere pagata. Il prefetto emette entro 120 giorni un’ordinanza motivata con cui comanda l’archiviazione degli atti. L’ordinanza viene quindi trasmessa al Comando competente il quale dà notizia dell’accoglimento del Ricorso al ricorrente.
  • Il Ricorso è infondato. La multa deve essere pagata. Il Prefetto emette sempre entro 120 giorni un’ordinanza motivata con cui comanda la ricorrente il pagamento. L’importo da pagare non può mai essere inferiore al doppio della sanzione prevista per ogni infrazione commessa ed è comprensivo anche delle spese relative al procedimento del Ricorso.

Tale ordinanza viene notificata al ricorrente il quale deve pagare la somma richiesta entro 30 giorni dalla notificazione. Nello stesso termine egli può proporre un ulteriore Ricorso contro l’ordinanza di pagamento avanti al Giudice di Pace. Qualora nei termini indicati il ricorrente non riceva alcuna comunicazione, il Ricorso si ritiene accolto.

Il Ricorso al Giudice di Pace per la multa ingiusta

Per contestare le contravvenzioni stradali è altresì possibile proporre Ricorso al Giudice di Pace. Tale Ricorso può avere ad oggetto esclusivamente:

  • La protesta contro una multa per violazione del Codice della Strada;
  • La correzione di errori materiali eventualmente contenuti nella cartella esattoriale per mezzo della quale è richiesto il pagamento;
  • L’impugnazione dell’ordinanza con cui il Prefetto ingiunge il pagamento di una multa.

L’originale del Ricorso (fino alla riforma Cartabia, da depositare unitamente a 4 copie dello stesso) doveva essere depositato alla Cancelleria del Giudice di Pace competente entro il termine di 30 giorni dalla notifica dell’atto contestato (che si tratti della multa, della cartella esattoriale o dell’ordinanza prefettizia).

Deve contenere:

  • L’originale (più 4 copie) dell’atto impugnato;
  • L’indicazione e le fotocopie dei documenti utili alla soluzione del caso;
  • Copia di un documento d’identità valido del ricorrente.

È inoltre necessario apporre al Ricorso il Contributo Unificato e la marca da bollo relativi al pagamento dei diritti (per la maggior parte delle multe sono rispettivamente pari a 43 e 27 euro). Una volta presentato il Ricorso, il Giudice di Pace fissa l’udienza di discussione e ordina all’Ufficio che ha emanato la sanzione di depositare tutti gli atti e documenti rilevanti per il caso almeno 10 giorni prima della data dell’udienza. La parte può presenziare in udienza anche senza il proprio legale. Il Giudice, all’esito delle sue valutazioni, può:

  • Rigettare il Ricorso (perché inammissibile o infondato). In questo caso il Giudice emette una sentenza in cui è indicata la somma che il ricorrente dovrà pagare entro il termine di 30 giorni (termine che inizia a decorrere dalla data di notifica della sentenza).
  • Accogliere il Ricorso. In questo caso il Giudice annulla la multa (può esservi anche l’ipotesi di un accoglimento parziale del Ricorso, in tal caso la multa verrà annullata solo in parte). Avverso la decisione del Giudice di Pace è permesso adire il Tribunale.

Riforma Cartabia e sue problematiche

A seguito della riforma Cartabia (decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150), il ricorso al Giudice di Pace non può essere più effettuato nella forma tradizionale, ossia “cartacea”, ma deve avvenire mediante deposito telematico. Questa novella al momento comporta delle difficoltà interpretative atteso che essa presenta una contraddizione in termini, in quanto da un lato permane la possibilità che i ricorsi contro le multe siano presentati personalmente dai cittadini, anche senza l’assistenza legale di un avvocato (per le cause il cui valore non ecceda €. 1.100,00 ex art. 82 c.p.c.), laddove, tuttavia, la stessa riforma Cartabia ha previsto che a far data dal 30 giugno 2023 tutti gli atti siano depositati mediante piattaforme software il cui accesso è riservato agli avvocati. Al momento la soluzione più logica, e salvo diverse indicazione dell’ufficio giudiziario competente, appare per i ricorsi depositati dal cittadino senza l’assistenza di un avvocato, la presentazione cartacea con richiesta al cancelliere di digitalizzazione e iscrizione a ruolo dello stesso.

Il Ricorso in autotutela per la multa ingiusta

Il c.d. Ricorso in autotutela è quello presentato al medesimo Comando dei Vigili che ha emesso la multa. Questa strada è la prima da percorrere nei casi in cui la multa sia evidentemente illegittima. Questa procedura è l’espressione di un importante caratteristica dell’azione della Pubblica Amministrazione: la possibilità di annullare gli atti emessi quando siano con evidenza infondati o illegittimi. Questo per la Pubblica Amministrazione è allo stesso tempo un potere e un dovere. Solo l’Ufficio che ha emesso il provvedimento può annullarlo ed è pertanto a chi ha irrogato la multa che deve essere proposto il Ricorso. Come detto, la Pubblica Amministrazione può annullare un atto in autotutela solo laddove l’illegittimità sia solare.

Questo Ricorso viene quindi proposto:

  1. Nel caso di doppia contestazione della medesima infrazione;
  2. Errore nell’indicazione della targa dell’autovettura;
  3. Quando vi sia stato un evidente errore di persona;
  4. Quando la multa viene notificata al precedente intestatario del veicolo.

Multe ingiuste: Considerazioni finali

In passato i ricorsi al Giudice di Pace contro le contravvenzioni erano totalmente gratuiti, pertanto ogni giorno si presentavano miriadi di ricorsi anche per multe di piccoli importi. Ciò generava un certo affollamento negli uffici giudiziari allungando oltremodo i tempi già biblici per le definizioni delle cause.

Un po' per rimediare a tale affollamento di ricorsi, un po' per venire incontro alle amministrazioni evitando di perdere un gettito rilevante derivante dagli importi delle contravvenzioni, il Governo decise di rendere tali ricorsi soggetti anch’essi al pagamento delle spese di giustizia, come per le cause ordinarie (prevedendo il versamento del contributo unificato variabile in base al valore e i diritti di cancelleria). Questa scelta si è rivelata azzeccata, attesa la notevole diminuzione dei ricorsi.

Possiamo concludere quindi che per procedere alla tutela giudiziale è chiaro che un verbale di contestazione o una multa per mancata apposizione di grattino sulle strisce blu, per importi modesti non rende non conveniente il ricorso, attese le spese da sostenere e la circostanza che pure vincendolo spesso i giudici compensano le spese stesse. Appare opportuno, dunque, una valutazione complessiva dei motivi e del valore della contravvenzione da effettuare di volta in volta con l’ausilio di un avvocato.

Avvocato Marco Mosca

Marco Mosca

Sono l'Avv. Marco Mosca ed opero da 12 anni nel campo giuridico. Ho maturato una significativa esperienza in molti settori del diritto, in particolare nell'ambito della materia societaria e di tutto ciò che ad essa è collegato. Pertan ...