Radiohead contro Lana Del Rey. È così facile individuare un plagio?

La diatriba tra i Radiohead e Lana Del Rey finirà in tribunale. L'accusa, da parte dei primi, è quella di plagio: la canzone incriminata è Get Free, comparsa nell'ultimo album della cantautrice statunitense (Lust for Life, 2017), in cui molte parti melodiche sono identiche (a dir poco) a Creep, primo singolo della band britannica e datato 1993.

Lana Del Rey, su Twitter, scrive: «È vero che mi hanno fatto causa. Ma la mia canzone non è stata ispirata a Creep, i Radiohead vogliono il 100% dei proventi – io gli ho offerto fino al 40% negli ultimi mesi – ma hanno intenzione di accettare solo il 100%. I loro avvocati sono stati implacabili, quindi affronteremo la cosa in tribunale».

Non è la prima volta che la canzone dei Radiohead viene coinvolta in casi simili. In seguito alla sua pubblicazione, la stessa band fu accusata di aver plagiato The Air That I Breathe, scritta da Albert Hammond e Mike Hazlewood per i The Hollies. La vicenda finì con l'aggiunta della coppia di autori nei credits della canzone e la condivisione dei diritti d'autore.

Il risultato della vicenda appare comunque incerto, soprattutto per il fatto che non è facile riconoscere ufficialmente un plagio, soprattutto in tema di opere musicali.
Per quanto riguarda questo ambito artistico, infatti, non esiste una regola che stabilisca un numero di note, battute o minutaggio oltre il quale la semplice somiglianza tra due brani possa configurarsi come plagio. La giurisprudenza, in questo senso, non viene in aiuto: «La parziale assonanza tra due composizioni musicali, casuale e limitata a poche battute, esclude che tra esse vi sia plagio, soprattutto quando esse si ispirano a diverse tradizioni musicali» (Tribunale di Roma, 12 aprile 1986).

Un altro dibattito che infiamma la scena del diritto d'autore è se considerare il plagio come furto oppure no.
In alcune legislazioni c'è la tendenza a equiparare la violazione del diritto d'autore al furto, il che comporta un notevole inasprimento delle pene. Cosa molto difficile per quanto riguarda il diritto italiano, in quanto l'art. 624 del Codice Penale delineante il suddetto reato riporta l'inciso «sottraendola a chi la detiene»; nel plagio non sussiste propriamente ciò, se non nel senso della possibile diminuzione dei vantaggi economici da parte dell'autore originario.

A volte, perché il plagio sussista, è sufficiente che l'ascolto del brano in questione arrivi a suscitare nell'ascoltatore il riconoscimento del brano antecedente. In questo caso il giudice può nominare un CTU il quale si troverà a redigere una perizia conseguentemente l'ascolto dei due brani.
Nel caso in cui il plagio venisse verificato, si possono avere due conseguenze:

  1. ritiro dal mercato dell'opera incriminata insieme a sanzioni pecuniarie;
  2. riconoscimento all'autore del brano originale una parte dei diritti del brano sottoposto a esame.

Di più facile distinzione, invece, è la violazione del copyright, ovvero il furto dell'opera nella sua interezza e in forme identiche. Questo reato viene punito molto più severamente del plagio, in quanto il furto riguarda l'intera opera e non solo il cambiamento del titolo e di alcune parti di essa.