La digitalizzazione della professione legale

La tecnologia può aiutare le imprese ad essere protagoniste in questa nuova era, ma solo se decidono di aggiornare la loro “conoscenza informatica” e ridefinire gli elementi del loro modello di business. Naturalmente, nell’impresa, rientrano anche tutti coloro che si occupano della fase legale.

digitalizzazione professioni legali

1. Nuove tecnologie e diritto

La tecnologia ha spinto le aziende competenti in ambito legale – e non solo –, all'automazione di “compiti legali standard” per quelle attività più specializzate svolte dagli avvocati. Un ulteriore aiuto è dato dalle opportunità offerte dalle grandi analisi dei dati, aiutando gli avvocati a catturare preziose intuizioni dall’enorme mole di dati presente sulla Rete.

Per salvaguardare la loro quota di mercato e la redditività in un mercato trasformato dalla tecnologia, i legali devono ripensare a due elementi del proprio modello di business: la loro proposta “di valore” (che comprendono l’offerta dei servizi) e il loro modello operativo (compresi i loro costi di struttura e la stessa struttura organizzativa).

Per il futuro è previsto che l'attività legale, richiederà meno membri di personale di supporto generale – dagli avvocati ai dipendenti – e più tecnici e project manager.

Di conseguenza le macro aree di formazione da un lato offriranno corsi di “processi legali e di case-management online”, dall’altro lato le Legal-Firm avranno necessità di implementare la conoscenza tecnologica finalizzata a migliorare e a velocizzare il business.

In poche parole, sarà possibile “offrire una formazione sul posto di lavoro per aiutare gli avvocati a sfruttare soluzioni e programmi incentrati sull'alfabetizzazione legale-tecnologica”.

Dal lato del Cliente, i servizi giuridici sono cresciuti e l’offerta sul mercato è segnata da una sempre maggiore specializzazione: lo specialista riesce a rispondere in maniera precisa e in tempi ragionevoli offendo un sevizio di qualità al tempo stesso. La digitalizzazione dei dati legali costituisce un altro flusso di lavoro trasformato in un vero e proprio modello di business.

Il volume dei dati utilizzati anche nella fase legale è aumentato esponenzialmente. Un modello visto in molte altre industrie: Enron, Lehman Brothers e (più recentemente) i casi di Volkswagen, dove gli avvocati hanno avuto modo di lavorare, esaminare e interpretare centinaia di migliaia di e-mail e altri documenti online per poi stabilire i fatti.

In futuro, la capacità di analizzare e interpretare, senza precedenti, i volumi di dati, diventeranno altrettanto fondamentali per il successo delle imprese di consulenza legale. Sono infatti emerse una serie di tecnologie che consentiranno la digitalizzazione e l'automazione delle imprese di consulenza legale. Infatti, i risultati di alcuni sondaggi suggeriscono che le soluzioni di “tecnologia legale” potrebbero svolgere fino al 30-50 per cento dei compiti svolti oggi dagli avvocati stessi. Tuttavia, attualmente, molti avvocati affrontano la fase dell’informatizzazione della professione utilizzando un approccio tradizionale (come lo screening manuale dei documenti, considerati uno per uno).

I modelli tradizionali, basati su determinati “accordi di profitto”, non incentivano ad investire nelle nuove tecnologie. Inoltre, molte aziende legali sono prudenti nell'attuazione di soluzioni ancora in fase di sviluppo e che richiedono significative modifiche ai flussi di lavoro e pesanti investimenti di formazione del personale. Indipendentemente dalle varie ragioni che frenano la “digitalizzazione”, va detto che le realtà che non si adattano ad un mondo in continuo cambiamento rischiano di perdere i clienti e le “occasioni di lavoro migliori” (molto spesso legate ad un alto tasso di informatizzazione tecnologica).

Nel peggiore dei casi, le società di consulenza che non si adeguano possono uscire completamente dal mercato, sostituite da aziende che forniscono quei servizi legali al passo con i tempi. Occorre perciò rintracciare le diverse soluzioni che costituiscono il panorama legale e oltre ad accettare le sfide presentate dalla tecnologia.

La BCG – Boston Consulting Group Srl – ha condotto in partnership con la Bucerius Law di Amburgo, uno studio sull’importanza della tecnologia e lo sviluppo della professione legale. Lo studio ha coinvolto grandi aziende, proprietari e rappresentanti di studi legali e ricercatori. La ricerca è stata incentrata sul mercato della tecnologia e il suo impatto sui modelli di business delle imprese legali. Il messaggio che ne è scaturito è chiaro: le imprese legali non possono più permettersi di ignorare i processi tecnologici, l’informatizzazione e la digitalizzazione.

Le società di diritto devono essere pronte a riconfigurare il nucleo del loro modello di business per cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie legali.

2. Settori di intervento e criticità

Come si collegano le nuove tecnologie al diritto? Ebbene, occorre analizzare varie categorie:

1) Tecnologie che permettono di ottimizzare la digitalizzazione: pensiamo agli strumenti di archiviazione in cloud o alle soluzioni di sicurezza in rete. Per non parlare delle piattaforme di discussione/collaborazione legale.

2) Tecnologie che permettono soluzioni di supporto e di implementazione dei processi: dalla gestione del caso legale concreto al back office aziendale. Sotto il punto di vista dell’aspetto pratico possiamo considerare la gestione delle risorse umane o del rapporto con i clienti, la contabilità (dalla fatturazione alla finanza) e lo sviluppo del piano industriale.

3) Tecnologie che includono soluzioni di diritto sostanziale: che supportano o addirittura sostituiscono i legali nell’esecuzione dei compiti principali (dalla transazione al contenzioso puro). Pensiamo alla standardizzazione della casistica dei casi concreti (ad esempio nel diritto dei consumatori), alla analisi delle sentenze o al controllo dell’agenda legale (soprattutto per quel che concerne le tassative scadenze).

Tutte queste soluzioni di supporto, aiutano gli avvocati a gestire gli aspetti più complessi del loro lavoro, seppur la loro adozione è ancora al di sotto dei tassi necessari per uno sviluppo completo del settore.

Attualmente, gli sviluppi nell'industria legale-tecnologica e nei modelli differiscono da paese a paese. Ad esempio, gli Stati Uniti, ospitano diverse centinaia di startup legali, con investimenti ingenti e aumento esponenziale dei fornitori di software. Al contrario, l’Europa ha molti meno fornitori di tecnologia legale e percentuali di adozione dei nuovi sistemi particolarmente basse.Tali differenze sembrano essere determinate da caratteristiche diverse “di sistema” (common law negli Stati Uniti, maggioranza del “civil law” in Europa).

Non si può negare che l’utilizzo di una lingua unica sia notevolmente importante nello sviluppo della tecnologia “nell’impresa del diritto”. Naturalmente, per lingua unica si intende l’inglese e da questo punto di vista per motivi evidenti gli USA sono in una situazione di vantaggio rispetto al Vecchio Continente.

Da non dimenticare, inoltre, che all'interno di un paese i tassi di adozione della tecnologia variano considerevolmente a seconda delle dimensioni delle imprese. Ad esempio, le grandi imprese legali – quelle con più di cento avvocati che si concentrano su casi non standard – adottano tecnologie legali più rapidamente rispetto alle piccole società di diritto (come quelle con dieci avvocati che si concentrano su casi standardizzati). Eppure la maggior parte delle imprese non adottano tecnologie legali di propria iniziativa. Piuttosto, la loro decisione è determinata da motivi economici, come i singoli reparti giuridici aziendali che stanno spingendo per una consulenza legale meno costosa e che sono disposti a bypassare le società di diritto per utilizzare direttamente soluzioni “legal tech”.

Al di là dei professionisti del diritto, in realtà sono i consumatori ordinari (dal cittadino interessato al singolo caso allo studente di diritto) i veri leader nell'adozione della tecnologia legale. Si pensi ai servizi online (ad esempio per la contrattualistica) forniti direttamente da alcune piattaforme giuridiche (come Legal Zoom).

Ad ogni modo, la tecnologia legale si sta muovendo sempre di più verso il supporto ai professionisti del settore (legale), per il sostegno di attività più personalizzate e specializzate.

Fonti

Legal Tech Report 2016