Disconoscimento di Paternità: Requisiti e Procedura
Scopri tutto sul Disconoscimento di Paternità: procedura, requisiti e costi. Una guida chiara per orientarti legalmente.
Il disconoscimento di paternità è un’azione giudiziaria che consente di eliminare il vincolo giuridico di filiazione tra un presunto padre e un presunto figlio.
L’azione è riservata ai figli nati all’interno di un matrimonio; quindi, da genitori legati dal vincolo del coniugio, ed è volta a sindacare la presunzione che il figlio sia figli del marito della moglie. Il legislatore aveva regolato la presente fattispecie mediante l’articolo 235 c.c. poi abrogato dal D. Lgs. n. 154/2013 mediante il quale il contenuto dell’articolo predetto è confluito nell’art. 244 c.c., norma che di fatto regola la fattispecie di cui a presente articolo. Anche l‘azione di disconoscimento di paternità, essendo un’azione giudiziaria, è sottoposta a rigorose modalità di svolgimento e a termini temporali per il radicamento del giudizio e anche a termini di decadenza dalla possibilità di far valere il proprio diritto.
La possibilità di utilizzare l’azione di cui si discute è strettamente riservata ad alcuni soggetti che la legge identifica espressamente, essi sono il presunto padre, la madre e altresì il minore (mediante curatore speciale) o il figlio divenuto maggiorenne. Altro elemento da tenere in debito conto è che nel giudizio di disconoscimento di paternità la difesa tecnica, quindi con avvocato, è obbligatoria. La domanda si presenta presso il Tribunale Ordinario e la competenza territoriale si determina in base all’abitazione del figlio (circondario del Tribunale).
Cos’è il disconoscimento di paternità.
L’azione di disconoscimento di paternità è un’azione giudiziaria il cui scopo è quello di tutelare i diritti del marito, della moglie e del figlio ad avere rapporti di filiazione biologicamente corretti. In alcuni casi, infatti, il marito non è il padre biologico del figlio/a che porta il suo cognome; questo accade poiché esiste nel nostro ordinamento una presunzione di paternità che riguarda il soggetto maschile dell’unione coniugale.
Il legislatore ha presunto che il soggetto nato in costanza di matrimonio è figlio della moglie e del marito, ma come tutte le presunzioni può essere superata e quindi, se ci sono le ragioni e le prove, è possibile introdurre un’azione volta al disconoscimento di paternità. Il soggetto agente dovrà dimostrare in giudizio, con qualsiasi mezzo utile, che il rapporto biologico tra il marito e il presunto figlio non sussiste. Il Tribunale avrà quindi il compito di verificare quanto sostenuto dal soggetto agente, ordinando anche in caso sia utile ulteriori accertamenti rispetto a quanto prodotto in causa. La finalità del procedimento è quello di accertare l’assenza di vincolo biologico tra marito e presunto figlio con il conseguente venir meno di obblighi e diritti derivanti da tale predetto vincolo.
Chi può chiedere il disconoscimento di paternità.
Il disconoscimento di paternità è un giudizio che possono introdurre diversi soggetti, tali soggetti vengono identificati dall’ordinamento come soggetti legittimati attivi.
- Il marito è legittimato attivo e può richiedere quindi l’accertamento negativo (assenza) del rapporto biologico rispetto al figlio che ha il suo cognome.
- Il figlio è legittimato attivo e può agire da solo se maggiorenne (con l’ausilio di un legale) oppure può essere rappresentato da un curatore speciale nominato dal Tribunale su impulso del figlio stesso se maggiore di anni quattordici oppure su impulso del Pubblico Ministero e dell’altro genitore.
- La madre è legittimata attiva e quindi può richiedere il disconoscimento di paternità in proprio oppure anche sollecitare la nomina di un curatore per il minore di anni quattordici.
- Altri legittimati attivi sono ascendenti e discendenti del marito e della moglie premorti se non è ancora spirato il termine per proporre l’azione.
- Altri legittimati attivi sono il coniuge e i discendenti del figlio premorto senza aver promosso l’azione.
Requisiti per il disconoscimento di paternità
Requisito principe per poter proporre l’azione di disconoscimento di paternità, con la possibilità di avere una pronuncia favorevole, è la mancanza di relazione biologica tra padre e figlio. Cioè vi deve essere la prova della predetta mancanza. I soggetti legittimati attivi (marito – moglie – figlio ecc.) devono avere la prova che il marito non è padre del figlio.
Quindi i requisiti sono:
- mancanza del rapporto di figliazione tra padre/marito e figlio;
- legittimazione attiva e che quindi il richiedente sia il marito, la madre o il figlio;
- rispetto dei termini che la legge prevede per poter radicare l’azione avanti al Tribunale competente;
- il supporto istruttorio della domanda di disconoscimento e quindi le prove necessarie a provare la carenza del rapporto di filiazione.
Ovviamente i requisiti che precedono devono essere presenti tutti insieme per procedere a radicare il processo al fine di vedersi riconosciuto il disconoscimento di paternità.
Per quanto attiene alla prova, si evidenzia che la paternità non può essere esclusa unicamente a seguito della dichiarazione della madre. La prova può essere data anche attraverso testimoni, ma la prova principe ad oggi resta l’esame del DNA che permette di stabilire senza dubbio alcuno se la paternità rispetto al figlio e del marito. L’analisi dei polimorfismi del DNA ha, di fatto, sostituito, precedenti analisi probabilistiche che erano basate sull’utilizzo dei marcatori genetici.
L’esame del DNA costituisce un mezzo di prova diretto e non presuntivo della paternità. L’esame consiste nell’individuare nel figlio le caratteristiche genetiche di provenienza materna, poi viene valutato se vi sia o meno corrispondenza con quelle di provenienza paterna e, in caso negativo, l’esame termina con l’esclusione certa della paternità. In caso contrario invece, quindi se vene accertata una compatibilità tra il marito e il figlio, viene determinata la percentuale di probabilità statistica che il soggetto in esame sia effettivamente il padre biologico.
Il procedimento giudiziale subisce i tempi a cui sono sottoposte le cause di merito con un’ampia istruttoria, nel caso di CTU con esame del DNA la causa avrà un’importante durata che, comunque, varia da Foro a Foro.
Procedura per il Disconoscimento di Paternità.
Il procedimento deve essere introdotto con atto di citazione, avanti al Tribunale competente in base al luogo in cui abita il figlio, nell’atto devono essere indicati i dati del soggetto legittimato procedente, del figlio (o se deceduto del coniuge superstite o del discendente), della madre, le ragioni della domanda, gli avvertimenti di rito, l’indicazione dell’udienza e i mezzi di prova offerti in comunicazione. Il procedimento di merito consta poi nella costituzione della parte resistente che con il proprio atto farà valere le proprie ragioni e offrirà in comunicazione i propri mezzi di prova; tale parte ha dei termini precisi di costituzione, 70 giorni di prima dell’udienza fissata in citazione oppure prima di quella rinviata dal Giudice.
Entrambe le parti potranno poi, prima della prima udienza della causa, depositare tre memorie con le quali potranno meglio precisare le proprie domande ed eccezioni, produrre mezzi di prova, contestare i mezzi di prova di controparte e richiedere mezzi in controprova. Il Giudice alla prima udienza, verificata la regolarità del contraddittorio, diversamente ordinerà la rinnovazione della notifica dell’atto introduttivo, procederà con il tentativo di conciliazione obbligatoria cercando di comporre la vertenza e far trovare alle parti un accordo. Nel caso di mancato accordo, le cui ragioni il Giudice potrà utilizzarle per la propria decisione, il Tribunale procederà con l’ammettere le prove, richieste dalle parti o di ufficio, ritenute necessarie al fine di decidere la causa. Nel caso venisse disposta una consulenza tecnica di ufficio volta alla verifica della compatibilità genetica tra marito e figlio i tempi di causa si allungherebbero di molto. Il Giudice deve nominare un consulente di fiducia e le parti hanno la facoltà di nominare i propri consulenti di parte. L’istruttoria sul DNA potrebbe anche svolgersi presso un laboratorio analisi.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 266/2006, ha definitivamente escluso la necessità della prova pregiudiziale dell’adulterio della madre per poter accedere alla prova ematologica, valorizzando la preminenza e la rilevanza da un punto di vista probatorio, di tale tipo di prova. Tale pronuncia, in sostanza, da un lato ha sottolineato la difficoltà pratica nel fornire la prova dell’adulterio e, dall’altro, la decisività della prova scientifica che costituisce l’unico mezzo idoneo a pervenire ad un reale accertamento sull’esistenza o meno della filiazione. Potrebbero anche essere ammesse altre prove come quella per testi, volta per esempio a provare il tradimento della madre o altre circostanze decisive per la decisione del Giudice. Quando il Giudice riterrà la causa matura per la decisione rinvierà le parti per precisare le richieste e poi emetterà la sentenza a definizione del giudizio.
Tempi e termini per agire.
Per quanto attiene ai termini per agire se ne occupa l’art. 244 c.c. rubricato “i termini per promuovere l’azione di disconoscimento di paternità”.
La madre può radicare il procedimento di disconoscimento di paternità entro sei mesi dalla nascita del figlio o a partire dalla scoperta dell’impotenza del marito. Quest’ultimo può radicare l’azione di disconoscimento di paternità entro un anno dalla nascita del figlio se lo stesso marito si trovava nel luogo in cui è nato il figlio, ma deve provare di aver ignorato l’adulterio della moglie o la propria impotenza.
Il termine predetto decorre dal giorno della scoperta degli elementi prima citati da parte del marito. Si aggiunge che se il marito non si trovava nel luogo in cui è nato il figlio il giorno della nascita, il termine per proporre l’azione decorre dal giorno del ritorno del marito o dal giorno del ritorno nella residenza familiare se egli ne era lontano.
In ogni caso, se il marito prova di non aver avuto notizia della nascita prima, il termine decorre dal giorno in cui ne ha avuto notizia. Nei casi previsti a favore del marito l'azione non può essere, comunque, proposta oltre cinque anni dal giorno della nascita del figlio. L’azione di disconoscimento può essere proposta anche dal figlio maggiorenne ed è imprescrittibile.
L’azione può essere proposta anche da parte di un curatore speciale a favore del figlio minorenne o incapace. Vige poi l’istituto della sospensione a favore del soggetto legittimato che si trovi in stato di interdizione o di infermità, in questo caso quindi il termine per proporre l’azione rimane sospeso fino alla rimozione dello stato di interdizione o di infermità.
L’azione potrà anche essere promossa dagli aventi causa dei soggetti legittimati in caso di premorienza.
Conseguenze giuridiche del disconoscimento di paternità.
Nell’azione di disconoscimento di paternità, in caso di esito positivo dell’accertamento della mancata corrispondenza tra filiazione legittima e biologica, si determina la privazione sopravvenuta dello status di figlio legittimo, per cause indipendenti dalla volontà e dalla responsabilità del soggetto destinato a subire gli effetti di tale azione.
Diversamente nell’azione di dichiarazione della paternità, se vi è un accertamento positivo, lo status di figlio viene acquisito. Il marito dopo la sentenza non avrà più obblighi e diritti nei confronti del figlio e viceversa, perderà la responsabilità genitoriale sul figlio nato in costanza di matrimonio. Il figlio rimarrà riconosciuto dalla sola madre sin dal giorno della nascita poiché la sentenza costitutiva che accerta l’assenza di vincolo biologico tra marito e figlio ha efficacia retroattiva.
Gli ambiti di incidenza della decisione sono l’affidamento, il mantenimento e i diritti successori. Il marito non avrà più il dovere di crescere e educare il figlio, come non avrà il diritto di frequentarlo e di incidere in qualsiasi modo nella di lui vita. Il marito non avrà più nessun obbligo in merito al mantenimento del figlio che quindi nulla potrà pretendere dal marito della madre. Anche in punto diritti successori vi è da dire che l’incidenza della sentenza con la quale viene disconosciuta la paternità è importante, infatti, il figlio non sarà più erede del marito della madre e resterà erede legittimario della sola madre. Da quanto sopra specificato appare chiaro come un disconoscimento di paternità possa avere degli effetti dirompenti nella vita di diverse persone.
Costi del disconoscimento di paternità.
Per quanto attiene ai costi della procedura di disconoscimento di paternità occorre distinguere tra spese legali, spese del procedimento e spese di consulenza tecnica. Le spese legali vengono calcolate in base ad accordi con il legale il cui intervento è obbligatorio. L’Avvocato può prevedere il proprio onorario in base ai parametri giudiziale D.M. 147/2022, in base ad un proprio tariffario, ad ore oppure in base all’affare. L’avvocato a richiesta del cliente deve redigere preventivo scritto. Chiaro da quanto precede che le spese legali possono essere di importo diverso a seconda del legale scelto e quindi non sono qui ipotizzabili a meno di non utilizzare il D.M. 147/2022 secondo il quale una causa avanti al tribunale, di valore indeterminato a bassa complessità può comportare una spesa legale da un minimo di euro 3.809,00 oltre a oneri di legge, giudizio esente da spese vive, ad un massimo di euro 11.425,00. Gli importi sono relativi all’effettuazione di tutte le fasi della causa.
Oltre alle spese relative all’assistenza legale ci sono le spese eventuali di consulenza tecnica di ufficio e di consulenza di parte, se si procede alla nomina di un proprio consulente che affianchi il CTU e che ne verifichi l’operato ai fini di causa. Le predette spese non sono preventivabili, ma è doveroso e lecito richiedere il preventivo al papabile consulente di parte e il CTU dovrà dare una minima indicazione dell’acconto che richiederà e il relativo compenso verrà liquidato poi dal Giudice al termine dell’operato del CTU e dietro richiesta di quest’ultimo, anche in questo caso non è facile presumere l’importo che verrà liquidato se non conoscendo la prassi del singolo Tribunale.
Per quanto attiene all’eventuale refusione delle spese legali da parte di chi perde la causa, soccombente, se le stesse non vengono compensate dietro idonea motivazione del Giudice, saranno calcolate in base al D.M. 147/2022. I Tribunali tendono a liquidare importi tra il minimo e il medio a meno di complessità particolari a cui la causa di disconoscimento di paternità non si presta.
Alternative e soluzioni amichevoli.
Vi è la possibilità di trovare soluzioni condivise tra i soggetti interessati da una paternità non biologicamente sostenuta. In primis le parti coinvolte posso trovare un accordo tra di loro per procedere poi al deposito di una domanda congiunta che ben può essere la domanda introduttiva del procedimento di disconoscimento di paternità (riconoscimento volontario di non essere padre con assenso del figlio e anche della madre).
Chiaramente sarà possibile anche intraprendere, su base volontaria delle parti, percorsi deflattivi del contenzioso come la mediazione D. LGS. 28/2010, la negoziazione o anche la mediazione famigliare. I procedimenti che precedono potrebbero essere utilizzati per arrivare in maniera concordata alla domanda di disconoscimento oppure alla maturazione della decisione di non procedere alla richiesta giudiziale di disconoscimento di paternità. I soggetti legittimati alla richiesta di disconoscimento di paternità, in caso di conoscenza dell’assenza di vincolo biologico, posso scegliere di non radicare nessuna azione e quindi di mantenere lo status di figlio in capo al soggetto non biologicamente figlio. Vale la pena ricordare che solo una decisione giudiziale può produrre il cambiamento di status del figlio, nessun altro procedimento in questo caso può essere utile ed efficace a tal fine.
FAQ sul Disconoscimento di Paternità
Quali sono i tempi per un disconoscimento di paternità?
I tempi necessari allo svolgersi del procedimento di disconoscimento di paternità sono i tempi di una causa ordinaria e quindi dipendono dal Giudice e dallo svolgersi degli eventi. Nel caso fosse necessario disporre una Consulenza Tecnica di Ufficio i tempi si dilaterebbero di molto portando verosimilmente la durata del processo a superare l’anno. Per avere una stima delle tempistiche e sempre meglio confrontarsi con il proprio legale a conoscenza della situazione reale del Tribunale in punto tempi e carichi di ruoli dei vari Giudici.
Cosa succede se il giudice respinge la richiesta di disconoscimento?
Se la richiesta di disconoscimento non viene accolta dal Giudice il rapporto sostanziale tra le parti non muta con il permanere dei diritti e degli obblighi derivanti dal rapporto di parentela di cui alla causa. Salvo sempre il diritto delle parti di impugnare la decisione del Giudice di primo e secondo grado.
Serve il test del DNA per il disconoscimento di paternità?
Il test del DNA in caso di giudizio di disconoscimento di paternità risulta essere la prova principe e quindi è opportuno che il Tribunale la disponga. Diversamente dal passato, ove venivano utilizzate prove di laboratorio poco precise, oggi il test del DNA rende la verità sul rapporto biologico tra i soggetti o meno. Il legislatore non ha codificato la necessità della prova predetta ma nella prassi sostanzialmente si può parlare di necessità della prova.
Chi paga le spese per il procedimento di disconoscimento?
Il procedimento di disconoscimento di paternità non fa eccezione alla regola generale dell’addebito delle spese in capo al soccombente; in caso di accordo tra le parti il Giudice può compensare le spese. Resta fermo l’obbligo della parte di retribuire il proprio legale salva la refusione di tali spese da parte del soccombente.
Il figlio può opporsi al disconoscimento di paternità?
Il figlio nel giudizio di disconoscimento di paternità è litisconsorte necessario, questo significa che deve necessariamente essere parte del giudizio da chiunque instaurato a pena di nullità della sentenza che definisce il giudizio stesso. Il figlio può stare in giudizio con il patrocinio di un avvocato se è maggiorenne, in caso di figlio minorenne è altresì necessario che lo stesso abbia un curatore speciale che lo rappresenti.