Quando e a chi spetta la reversibilità della pensione

Se un tuo familiare, avendo determinati requisiti, è venuto a mancare puoi chiedere la reversibilità della sua pensione, difatti puoi essere erede della sua pensione o almeno una quota di essa. Nello specifico vediamo che cos’è, chi ha diritto alla pensione di reversibilità e le circostanze in cui viene erogata.

pensione di reversibilità a chi spetta

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1. Che cos’è la pensione di reversibilità

Il diritto alla pensione a favore dei familiari più prossimi c.d. “superstiti”, sorge nel caso di morte del pensionato oppure dell’assicurato se al momento del decesso:

  • il pensionato o l’assicurato abbia conseguito le condizioni di contribuzione o di assicurazione necessarie al conseguimento della pensione;
  • se i superstiti risultano essere a suo carico, cioè conviventi e dipendenti e non autosufficienti

A seconda del trattamento, distinguiamo due tipi di pensione a favore dei superstiti:

  • pensione di reversibilità diretta, che viene liquidata a seguito della morte del pensionato quindi, colui che già percepiva una pensione di vecchiaia o anticipata, d’invalidità o d’inabilità;
  • pensione di reversibilità indiretta, che viene liquidata a seguito della morte dell’assicurato non ancora titolare di pensione quindi, colui che aveva versato almeno 15 anni di contribuzione oppure almeno 5 di cui 3 negli ultimi 5 anni anteriori a decesso.

2. I soggetti che hanno diritto alla pensione di reversibilità

A seconda del familiare più prossimo al pensionato defunto, la legge prevede determinati requisiti per ricevere la pensione di reversibilità. Condizione imprescindibile per poter vantare il diritto di reversibilità è la convivenza a carico del pensionato al momento della sua morte, questo requisito è presunto per il coniuge ed i figli minori, subordinato a prova per gli altri soggetti. Vediamoli singolarmente.

  1. Il coniuge superstite. La pensione di reversibilità spetta di diritto, prima di tutti, alla moglie o al marito superstite.
  2. Spetta difatti, anche al coniuge separato per colpa o con addebito della separazione, in questo caso ha diritto alla pensione indiretta o di reversibilità diretta a condizione che sussista a suo favore il diritto agli alimenti o al mantenimento a carico del coniuge defunto.
  3. Spetta difatti, anche al coniuge divorziato quando: sia titolare di assegno periodico di divorzio, non si sia risposato o il deceduto abbia iniziato l’assicurazione prima della sentenza di divorzio o della cessazione degli effetti civili del matrimonio.
  4. I figli legittimi, legittimati o equiparati quali:
  • adottivi;
  • naturali legalmente riconosciuti o giuridicamente dichiarati;
  • nati da precedente matrimonio con altro coniuge;
  • minori regolarmente affidati dagli organi competenti a norma di legge;
  • inabili di qualunque età a carico del genitore defunto se l’inabilità è riconosciuta alla data del decesso del genitore.
  1. Spetta loro la pensione di reversibilità quando alla data del decesso del genitore sono minori di 18 anni oppure studenti, fino al compimento del 21° anno di età se frequentano corsi professionalizzanti o la scuola media superiore, e al 26° anno di età se frequentano l’università.
  • I genitori. Nel caso non vi fossero né figli né coniuge, la reversibilità può spettare anche ai genitori se di età superiore a 65 anni, non sono titolari essi stessi di pensione o assegni assistenziali di nessun tipo e che si trovano a carico dell’assicurato o del pensionato alla data del suo decesso.
  • I fratelli celibi e sorelle nubili. Quest’ultimi hanno diritto alla pensione di reversibilità nel caso in cui non vi fossero presenti nessuno dei soggetti summenzionati, versino in uno stato di permanente inabilità al lavoro e non siano già titolari di un trattamento pensionistico.
  • I nipoti. La pensione di reversibilità spetta, in ultima analisi anche ai nipoti, equiparati ai figli legittimi del nonno defunto anche se non formalmente a questi affidati ma che siano totalmente a carico del nonno e quindi non economicamente autosufficienti e che siano minori di età.

3. In caso di un nuovo matrimonio

Il coniuge superstite che contrae un nuovo matrimonio perde il diritto alla pensione di reversibilità e viene liquidato con un assegno una tantum pari a due annualità della pensione comprese le due tredicesime quindi, pari a 26 mensilità. 

Se il coniuge, che ha contratto nuove nozze, era titolare di pensione con figli, la pensione viene riliquidata a favore dei soli figli a decorrere dal mese successivo alla celebrazione del matrimonio del coniuge superstite.

4. Convivenza e unioni civili

La pensione di reversibilità non si estende alle convivenze di fatto in caso di morte del partner, in quanto non esiste tra di loro un vincolo giuridico così come recentemente stabilito dalla Cassazione. 

Diversa è la questione delle unioni civili formalizzate, siano esse eterosessuali che omosessuali, in questo caso a seguito dell’introduzione della legge Cirinnà nel 2016, il partner superstite dell’unione civile ha diritto alla reversibilità della pensione entro i limiti di reddito previsti.

5. Tempi di erogazione

La pensione di reversibilità viene erogata dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso, qualunque sia la data di presentazione della domanda anche se viene presentata in ritardo. L’erogazione della pensione di reversibilità termina quando vengano meno le cause soggettive per cui è stata concessa:

  • il coniuge si risposa;
  • i figli o i nipoti minori compiano la maggiore età;
  • i figli studenti o universitari finiscano o interrompano gli studi, o raggiungano il limite di età o iniziano un’attività lavorativa;
  • i genitori conseguano un’altra pensione;
  • i fratelli o le sorelle conseguano un’altra pensione, si sposino o venga meno lo stato di inabilità.

Fonti normative

Legge 153/69

Legge 903/77

Legge 74/87 

Lgs. 503/92

D.L. 39/45

Legge Cirinnà 76/2016

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