Lavoro Subordinato vs Autonomo: Tutte le Differenze
Lavoro subordinato o autonomo? Leggi la guida completa e chiarisci ogni dubbio sulle differenze.
Il mercato del lavoro in Italia è caratterizzato da due principali tipologie contrattuali: il lavoro subordinato e il lavoro autonomo. Il lavoro subordinato si qualifica per la presenza di un rapporto di dipendenza tra il lavoratore e il datore di lavoro: il lavoratore è inserito in un’organizzazione aziendale, soggetto a orari, direttive e controllo, e riceve una retribuzione fissa.
Il lavoro autonomo, invece, si basa sulla libera professione o sulla prestazione di un’attività imprenditoriale senza vincoli di subordinazione. Il professionista o l’imprenditore decide autonomamente modalità, tempi e strumenti di lavoro.
Il rapporto di Lavoro Subordinato
L’art. 2094 codice civile stabilisce che “è prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore”. Le caratteristiche principali del rapporto di lavoro subordinato sono quindi:
- la sottoposizione del lavoratore alle direttive e al controllo del datore di lavoro;
- la presenza di un orario predeterminato dal datore di lavoro;
- l’utilizzo di strumenti forniti dal datore di lavoro;
- la corresponsione di una retribuzione mensile, con pagamento da parte del datore di lavoro anche di contributi previdenziali e imposte relative al reddito da lavoro dipendente.
Esempi classici di lavoro dipendente sono quelli dell’operaio che lavora in fabbrica, dell’impiegato amministrativo in una società.
Il lavoro autonomo
Il rapporto di lavoro autonomo è regolamentato dagli articoli 2222 e seguenti del codice civile e dalla legge 81/2017 che ha introdotto una serie di tutele a favore dei lavoratori autonomi.
L’art. 2222 c.c. stabilisce che “quando una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente, si applicano le norme di questo capo, salvo che il rapporto abbia una disciplina particolare nel libro IV”.
Le caratteristiche principali del lavoro autonomo sono:
- l’autonomia organizzativa del prestatore di lavoro, che sceglie modalità, luoghi e tempi della propria prestazione;
- l’utilizzo di strumenti e mezzi propri;
- la percezione di un compenso lordo dietro emissione di regolare fattura, sul quale il prestatore dovrà provvedere al pagamento delle relative imposte e contributi previdenziali;
- l’assunzione da parte del prestatore del rischio di impresa.
Esempi classici di lavoro autonomo sono le professioni intellettuali, quali avvocati, architetti.
Le Differenze Giuridiche tra Lavoro Subordinato e Autonomo
I lavoratori subordinati sottoscrivono contratti di lavoro che stabiliscono diritti e doveri in base alla normativa vigente e ai contratti collettivi. In forza di tali contratti, i lavoratori subordinati devono sottostare alle direttive del datore di lavoro anche nell’esecuzione della propria prestazione. Sono responsabili nei confronti del datore di lavoro, anche a livello disciplinare, qualora non rispettino le indicazioni ricevute o non eseguano con dovuta attenzione e precisione le mansioni a loro assegnate.
I lavoratori autonomi stipulano contratti che definiscono chiaramente le condizioni di lavoro, i termini di pagamento e le responsabilità di entrambe le parti. In particolare, il lavoratore autonomo, con totale autonomia circa le modalità e gli strumenti con cui eseguire la propria prestazione, si obbliga ad eseguire un’opera o a fornire un servizio al committente. Il lavoratore autonomo è responsabile nei confronti del committente anche della prestazione resa dai collaboratori di cui si serve e può rispondere nel caso in cui il servizio o l’opera non sia conformi a quanto regolamentato nel contratto.
La giurisprudenza ha chiarito che l’elemento essenziale di differenziazione tra lavoro autonomo e lavoro subordinato consiste nel vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, da ricercare in base ad un accertamento esclusivamente compiuto sulle concrete modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. (Cassazione Civile Sezione Lavoro Ordinanza n. 1555/2020).
Le Differenze Economiche tra Lavoro Subordinato e Autonomo
I lavoratori subordinati ricevono uno stipendio fisso o con una parte fissa e una variabile collegata al raggiungimento di determinati obiettivi, stipendio spesso stabilito da contratti collettivi. Hanno diritto a mensilità aggiuntive, come tredicesima e quattordicesima. Le imposte sul reddito e i contributi previdenziali sono generalmente trattenuti direttamente dal datore di lavoro, che provvede al loro versamento agli enti previdenziali e all’Agenzia delle Entrate.
I lavoratori autonomi fatturano per i servizi forniti e il compenso è generalmente concordato nel contratto. Sono pertanto responsabili della gestione delle proprie tasse e dei contributi previdenziali, emettendo fattura e versando l'IVA e le imposte sul reddito.
Pro e Contro di Lavoro Subordinato e Autonomo
I lavoratori subordinati tendono ad avere una maggiore stabilità, con contratti a tempo determinato o a tempo indeterminato e hanno la sicurezza di percepire una retribuzione netta a fine mese (il datore di lavoro trattiene e versa imposte e contributi previdenziali). Di contro il lavoratore subordinato deve sottostare alle direttive e ai controlli del datore di lavoro, avendo quindi notevoli limitazioni alla propria iniziativa e autonomia.
I lavoratori autonomi vivono sicuramente una situazione di maggiore instabilità, dovendo andare continuamente alla ricerca di nuovi committenti o clienti e percepiscono un compenso lordo per l’attività prestata, dovendo poi provvedere al pagamento di contributi previdenziali e imposte, quali Irpef, IVA. I lavoratori autonomi però sono liberi di decidere modalità, strumenti e tempistiche della propria prestazione.
A fronte di tale situazione è evidente che una persona che ha meno spirito di iniziativa e cerca una maggiore sicurezza e tranquillità si può orientare verso un rapporto di lavoro subordinato, mentre chi ha più difficoltà a limitare la propria autonomia e a sottostare a direttive altrui si potrebbe orientare verso il lavoro autonomo.
In tale situazione sicuramente un peso ha il mercato e l’impatto che sta avendo e ancora più avrà l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che potrà cancellare alcuni lavori e crearne di nuovo. In tal senso a livello di prospettive future è probabile che vi sia più spazio per figure professionali più facilmente inquadrabili come lavoratori autonomi.
Le Normative e Riforme Recenti sul Lavoro Subordinato e Autonomo
Negli ultimi anni, ci sono state importanti novità normative che influenzano entrambe le forme di lavoro:
- la legge 81/2017 che ha riformato il lavoro autonomo, introducendo misure di tutela per i lavoratori autonomi, come il diritto alla formazione e l'accesso a servizi di welfare.
- Decreto Dignità (Legge 96/2018) che ha introdotto misure per contrastare il precariato nel lavoro subordinato.
- Decreto Lavoro (48/2023 convertito in legge 85/2023) che ha introdotto nuovamente maggiori flessibilità nei contratti a tempo determinato, eliminando l’obbligo di indicare la causale fino ai 12 mesi di durata (anche se frutto di rinnovi o proroghe). Oltre i 12 mesi occorre indicare una delle causali individuate dai contratti collettivi o, in mancanza, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, oppure per sostituzione di altri lavoratori.
Le prospettive future dei rapporti di lavoro saranno sicuramente influenzate dall’implementazione dell’intelligenza artificiale, che andrà probabilmente a eliminare alcuni lavori e ne creerà di diversi. In tale ottica si crearenno nuove figure profssionali più facilmente inquadrabili in rapporti di lavoro autonomo.
FAQ sulle Differenze tra Lavoro Subordinato e Autonomo
- Qual è la principale differenza tra lavoro subordinato e autonomo? La principale differenza tra lavoro subordinato e lavoro autonomo è la presenza nel primo caso del vincolo di soggezione che impone al dipendente di sottostare alle direttive e al controllo del datore di lavoro, mentre il lavoratore autonomo è liberamente tempi, modalità e strumenti di lavoro.
- Quali tutele ha il lavoratore subordinato rispetto a quello autonomo? Il lavoratore subordinato gode di molte tutele legali, come ferie retribuite, malattia, maternità. Non solo il lavoratore subordinato ha la garanzia della retribuzione mensile e una maggiore stabilità del rapporto di lavoro.
- Si può essere contemporaneamente lavoratore subordinato e autonomo? Sì, il lavoratore dipendente può aprire la propria partita IVA e avviare la propria attività personale. Il codice civile nell’ambito dei rapporti di lavoro privato non pone alcuna limitazione. Occorre ovviamente verificare se il contratto di lavoro prevede clausole di esclusività o patti di non concorrenza che possono quindi rendere incompatibili le due attività.
- Quali tasse paga un lavoratore autonomo? Un lavoratore autonomo paga l’imposta sulle persone fisiche, l’IVA e nel caso in cui si avvalga di un’organizzazione può essere soggetto anche al pagamento dell’Irap.
- Quale forma di lavoro è più conveniente economicamente? Non è facile rispondere a questa domanda. Il lavoro subordinato garantisce la percezione di una retribuzione netta. Il lavoratore autonomo percepisce un compenso lordo, per cui deve accantonare le somme che serviranno al pagamento di imposte e contributi previdenziali, ma può avere prospettive di crescita del proprio reddito maggiori rispetto al lavoratore subordinato.
Massimiliano Acerbo
Sono l'Avv. Massimiliano Acerbo, sono specializzato in diritto del lavoro, materia che seguo da quasi 17 anni. Nella mia carriera professionale ho avuto la possibilità di assistere sia lavoratori sia datori di lavoro. Mi ritengo un avv ...