Articoli Diritto Civile

Il ruolo del Mediatore: Competenze Legali e Deontologiche

A cura dell'Avv. Armando Pasqua, Avvocato specializzato in tecniche di comunicazione, negoziazione e gestione del conflitto e Mediatore Civile e Commerciale abilitato.

Inadempimento Contrattuale: Come Difendersi e Inviare una Diffida Efficace

Scopri il metodo legale che può costringere la controparte a rispettare il contratto in 15 giorni”

Vendita Forzata dei Beni: Guida Completa

La vendita forzata è una procedura legale attraverso cui i beni di una persona vengono messi in vendita per soddisfare i debiti che ha contratto. Si tratta dell’ultima fase dell’esecuzione forzata, cioè quel percorso previsto dalla legge per permettere ai creditori di recuperare quanto gli spetta quando il debitore non paga spontaneamente. Tutto ha inizio con un titolo esecutivo (come una sentenza o un decreto ingiuntivo) che riconosce il credito. Da lì si passa all’atto di precetto, un avviso formale che dà al debitore qualche giorno per pagare. Se questo non avviene, si procede con il pignoramento, cioè il blocco legale dei beni – mobili, immobili o crediti – che serviranno a coprire il debito. I beni pignorati vengono poi venduti all’asta. La vendita può avvenire con diverse modalità, a seconda dei casi. Una volta aggiudicato il bene al miglior offerente, il giudice autorizza il trasferimento della proprietà. Il ricavato viene poi usato per pagare i creditori. Questa procedura garantisce che i diritti dei creditori vengano tutelati anche quando il debitore non collabora o non ha intenzione di pagare volontariamente. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

Sentenze, ordinanze e decreti: Cosa sono nel diritto italiano?

Nel processo civile italiano, gli atti giurisdizionali del giudice possono assumere diverse forme, principalmente sentenze, ordinanze e decreti. Sebbene ciascuno di questi atti abbia valore legale, essi si distinguono per funzione, struttura e regime impugnatorio. L’ordinanza e il decreto, in particolare, sono provvedimenti di natura diversa, spesso utilizzati nella fase istruttoria o in contesti urgenti, e non sempre producono effetti definitivi nel giudizio. Non va tralasciata di considerare la sentenza che rappresenta l’atto tipico con cui il giudice definisce il giudizio, decidendo sul merito o su questioni pregiudiziali.  Le ordinanze, disciplinate in più punti dal Codice di Procedura Civile (es. artt. 177, 178, 186-bis e ss.), sono provvedimenti interlocutori o cautelari con cui il giudice regola il processo nelle sue fasi, impartisce ordini alle parti o decide su istanze incidentali. Non hanno normalmente efficacia decisoria sul merito, salvo eccezioni (es. ordinanza anticipatoria ex art. 186-ter c.p.c.). I decreti, invece, sono provvedimenti monocratici e non motivati, emessi in camera di consiglio senza contraddittorio, e trovano la loro principale disciplina negli artt. 134-135 c.p.c., oltre che in norme speciali (es. decreto ingiuntivo: artt. 633 ss. c.p.c.). Essi sono utilizzati in procedimenti sommari, volontari o urgenti. Comprendere la distinzione tra ordinanza e decreto è fondamentale per orientarsi nella dinamica processuale, specie in relazione agli strumenti di impugnazione, all’efficacia esecutiva dei provvedimenti e alla loro funzione all’interno del procedimento civile.  In questo articolo ci soffermeremo su due dei provvedimenti menzionati: l’ordinanza e il decreto.

Disciplina della Caccia in Italia: Cosa dice la Legge

A cura dell'Avv. Elena Capone | In questo articolo scopriamo insieme la legge sulla caccia in Italia. Dalla Legge 157/92 alle modifiche proposte dal DDL 1552/2025: limiti, responsabilità dei cacciatori, calendari venatori e il nuovo ruolo della tutela ambientale secondo l'art. 9 della Costituzione.

Cosa Succede se non si Risponde a un Atto Giudiziario

Talvolta la maggior parte delle persone ritiene che ignorare un atto giudiziario, soprattutto non procedendo con il suo ritiro, significhi mettersi al riparo dalle conseguenze che quell’invio comporta. Tale concezione è assolutamente sbagliata, posto che se non si ritira un atto o non si risponde, la notifica si perfezionerà in ogni caso e decorsi i relativi termini non si potrà più né costituirsi né formulare alcuna opposizione. Per atto giudiziario si intende un documento ufficiale relativo ad un processo – sia esso civile, penale o amministrativo – trasmesso da un Giudice, da una cancelleria o da un avvocato, con il quale si trasmette un determinato provvedimento, contenente decisioni, intimazioni o convocazioni alle parti coinvolte. Sono atti che vengono recapiti attraverso una raccomandata a/r (generalmente le buste sono di colore verde).

Aggressione da parte di un cane: cosa fare?

​​​​​​​Accade sovente che persone vengano aggredite da cani e in conseguenza dell’aggressione subiscano dei danni più o meno gravi. L’ordinamento giuridico italiano si premura di disciplinare tale casistica prevedendo una forma di responsabilità ad hoc, mediante l’introduzione di una normativa specifica, volta a disciplinare quale sia il soggetto in capo al quale venga posta la responsabilità del fatto dannoso dell’animale e in presenza di quali condizioni tale soggetto sia effettivamente chiamato a rispondere. Nel corso della trattazione si avrà cura di esaminare il complesso degli elementi che integrano gli elementi che portano a un riconoscimento di responsabilità a partire dai comportamenti dell’animale che possono essere considerati rilevanti, per poi proseguire agli obblighi posti a carico del proprietario sia in costanza dei fatti che in una fase successiva, al tipo di danni risarcibili, alle figure di assicurazione che possono essere concluse dal proprietario a sua tutela, agli obblighi addizionali che debbono essere ottemperati per cani ritenuti particolarmente pericolosi e ai modi per prevenire che essi possano porre in essere comportamenti dannosi o lesivi. Si cercherà, quindi, di fornire un quadro il più completo possibile in materia, per consentire a chiunque di comprendere come agire e quali conseguenze siano applicabili al proprietario.

Annullamento del Matrimonio Civile: Tutti i Casi Ammessi

Il matrimonio civile è un atto giuridico solenne e complesso che produce conseguenze legali di grande rilievo nella vita delle persone. Con la celebrazione, infatti, si stabiliscono diritti e doveri reciproci tra i coniugi, si incide sullo status personale, si determina il regime patrimoniale della famiglia e si fissano obblighi di assistenza e di collaborazione. Non tutti i matrimoni, però, rispettano pienamente i requisiti di validità richiesti dal nostro ordinamento. Il diritto civile prevede ipotesi specifiche di nullità e di annullabilità, istituti che consentono di eliminare gli effetti giuridici del vincolo matrimoniale. La dichiarazione giudiziale di nullità o l’accoglimento dell’azione di annullamento incidono in modo diretto sulla posizione patrimoniale dei coniugi, sul mantenimento dei figli e sul riconoscimento dello status personale. In questa guida verranno illustrate, con linguaggio chiaro e con taglio pratico, le differenze fondamentali tra nullità e annullabilità, le fattispecie concrete che possono dar luogo all’invalidità del matrimonio, le modalità con cui si svolge il processo davanti al tribunale competente e le conseguenze giuridiche che ne derivano. L’obiettivo è offrire uno strumento di comprensione utile tanto ai non addetti ai lavori quanto a professionisti, studenti o operatori del diritto che necessitano di una sintesi ragionata dei casi ammessi, delle condizioni richieste e delle principali ricadute pratiche.

Mediazione Familiare: cos'è e quando si applica

La mediazione familiare è uno strumento di risoluzione alternativa dei conflitti (ADR – Alternative Dispute Resolution) pensato per aiutare le coppie in crisi a gestire le controversie, in particolare nei casi di separazione o divorzio. Si tratta di un percorso volontario, condotto da un professionista qualificato, il mediatore familiare, il cui obiettivo è facilitare il dialogo tra le parti, favorendo accordi condivisi nell’interesse di entrambi e soprattutto dei figli. Nel contesto italiano, la mediazione familiare è sempre stata disciplinata in modo frammentario, si faceva riferimento a norme come l’art. 337-octies del Codice Civile, che consente al giudice di invitare le parti a esperire un percorso di mediazione, soprattutto nei procedimenti riguardanti l’affidamento e il mantenimento dei figli. La giurisprudenza, tra cui Cass. Civ., sez. I, sentenza n. 9700/2011, riconosce la funzione positiva della mediazione nella tutela dell’interesse superiore del minore. Solo con la riforma Cartabia (L. n.206/2021) l’istituto in questione è stato per così dire “valorizzato”, quale strumento di risoluzione delle controversie familiari, introducendo come vedremo alcune novità di rilievo sotto il titolo di “Mediazione familiare” Il procedimento si articola generalmente in più incontri, con modalità riservate e non vincolanti. La mediazione familiare non sostituisce il giudizio in tribunale, ma rappresenta un’opportunità concreta per ridurre i tempi e i costi delle controversie familiari, promuovendo soluzioni sostenibili e condivise.

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